Bucatini e ‘ciacciarìe’ croccanti

Le ciacciarìe: un modo come un altro, nella famiglia di mia madre, per indicare il condimento finale sulla porzione di pasta, prima di cominciare a mangiare. Così dopo aver distribuito la pasta nei piatti, si raschiava una padella del condimento rimasto e tutto ciò che si riusciva a recuperare erano le ciacciarìe gustose che facevano la differenza. Controllare l’istinto per la prima forchettata, se prima non si è ricevuta una buona aggiunta di ciacciarìe, è l’educazione ‘sentimentale’ a cui è stato facile e vantaggioso abituarsi a tavola. E’ ovvio! E se per mia nonna le ciacciarìe erano quasi sempre i resti di pesce o qualche vongoletta sparuta dei suoi sughetti di mare, per me le ciacciarìe possono essere anche i ‘frutti’ della terra. Cipolla rossa di Tropea e salvia fritta, speck in aggiunta, sono ad esempio le ciacciarìe croccanti dei miei bucatini campagnoli.

I bucatini invece raccontano dell’altra famiglia, quella di mio padre. Da quest’altra parte, non era il condimento protagonista ma la pasta. La pasta asciutta, nel senso che era ‘asciutta’ veramente: altro che ciacciarìe, anche il burro bastava a renderla buona e appetitosa. E soprattutto i bucatini erano ‘la pasta’. Tutte le foto che riportano in bianco e nero le storie della famiglia paterna, sono storie di pasta: il capostipite Giovanni, mio nonno, non era semplicemente l’operaio di uno dei primi pastifici nati a Pescara nel secondo dopoguerra. No. Lui dentro il pastificio ci viveva con tutta la sua famiglia allargata  e guai a non onorare la pasta a pranzo, cena e colazione. Insomma la pasta non mancava mai e sarebbero potuti anche mancare i soldi ma tanto il ‘pane quotidiano’  c’era sempre e ovviamente non era pane, ma pasta. Così nel rumore assordante delle macchine sempre in funzione, all’aria calda degli essiccatori, nel paradiso degli infiniti formati di pasta, il ricordo della guerra e della fame più nera è stato presto superato grazie al privilegio raro della pasta ‘bianca’.  A me resta il piacere dell’immaginazione e la curiosità di una vita di cui non ero protagonista, ma sicuramente la mia passione per la pasta, e i bucatini soprattutto, sono l’eredità particolare di questo ‘mito’ familiare.

A questo punto ci sono io che di tradizioni familiari differenti faccio ‘piatto unico’ e condisco i cari bucatini con ciacciarìe ardite. E allora ho scelto con cura il mazzolino più rigoglioso di salvia, ho arricchito il mio bouquet con qualche rametto di rosmarino e li ho fatti scoppiettare insieme portandoli alla friabilità di una patatina fritta. Ho riservato lo stesso trattamento allo speck, aspettando che si arricciasse in volute croccanti. E poi è arrivato il turno della cipolla, lasciata a caramellare nello stesso olio ormai carico già di tutti i profumi del piatto. E in effetti il punto forte di questa ricetta è nel contrasto dei sapori se si pensa all’amarezza digestiva della salvia e alla ‘dolcezza’ senza riserve della cipolla caramellata. Allo speck non resta che dare la giusta sapidità al tutto.

 

Ricetta Bucatini e ciacciarìe croccanti, tratta da ‘Storie di Epica Familiare’:

Ingredienti (4 persone): 400 gr di bucatini; 200 gr di speck; 3 cipolle rosse di Tropea; 1 spicchio d’aglio; 2 rametti di rosmarino fresco; 1 rigoglioso mazzetto di salvia; 4 cucchiai di olio evo + un po’ in aggiunta a crudo; sale qb.

Procedimento: in una padella capace riscaldare l’olio e uno spicchio d’aglio pestato. Appena l’olio avrà catturato il profumo dell’aglio friggere le foglie di salvia e gli aghi di rosmarino. Raggiunta la consistenza croccante, mettere da parte la salvia e nella stessa padella abbrustolire lo speck tagliato a striscioline. Togliere lo speck non appena si sarà arricciato diventando croccante. A questo punto nella stessa padella caramellare le cipolle. Lessare la pasta, condirla con un filo d’olio a crudo e condirla insieme al resto degli ingredienti.

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17 thoughts on “Bucatini e ‘ciacciarìe’ croccanti

  • Marta
    Ciao Marta ben venuta è un piacere conoscerti, anche perchè come ho appena visto passando da te, anche tu parli di pasta… e che pasta??Adoro queste preparazioni!A presto!

  • Già il post mi è piaciuto da subito sin dalle prime righe e ho letto coinvolta, ma poi quando sono apparse le foto in bianco e nero… non sai che emozione hai smosso, Laura! Anni fa ne ho recuperate tante a casa di mia nonna, erano dentro un cassetto foderato con la carta a fiorellini un pò consumata, le ho viste con un nodo in gola, tra curiosità e commozione… vedere i miei genitori giovani, mia madre a cui assomiglio tanto, alcuni parenti invece mai conosciuti, i vestiti di allora… quelle foto adesso sono a casa dei miei, alcune sono diventate anche gialle, altre sono sul violetto… c’è tutta una Storia dentro e c’è anche qui… Questo post è speciale, anzi è riduttivo chiamarlo post, è come una pagina di diario letta ad alta voce seduta sulla sedia di legno davanti al camino…
    L’odore dello speck e della salvia quasi fritta mi arriva forte ma oltre ad usare l’immaginazione spero di assaggiare presto questo piatto, perchè c’è un pezzo di te e delle tue origini in quell’olio profumato scoppiettante… 🙂

  • Francesca
    Pensa Francesca che mio nonno aveva due sorelle e la cosa impressionante che esiste una loro fotografia a casa di mia nonna e sono entrambe la mia fotocopia!!!Anzi sarebbe più corretto dire che sono io una perfetta copia delle due 😉
    Comunque capisco l’emozione del ritrovarsi dentro un passato che non abbiamo vissuto direttamente ma da cui sicuramente proveniamo come ‘calchi perfetti’. E si questa pasta l’assaggeremo presto e questa volta in una bella giornata di sole 😉 Un bacio grande grande!

  • Lauretta, che le tue ricette sono buone è una certezza… anche perchè le ho provate, che le tue foto sono fantastiche….anche queste sono una certezza, e non solo per ciò che viene fotografato…. ma quello che ti distingue dagli altri blog….. è la tua capacità di scrivere e di descrivere tutto ciò che gira attorno alla tua ricetta….. Nei tuoi piatti non c’è solo la passione…. ma c’è la vita!!!! Sei una grande. 🙂

  • Le ciacciarie sono il condimento saporito per eccellenza di ogni pietanza, ma
    sono d’accordo con te quando offri alla nostra vista i bucatini, privilegiati ad accoglierne tutto il loro sapore, delle ciacciarie intendo.
    Questa volta la fotografia che mi è piaciuta di più, è quella che ti ritrae,
    peccato, solo per metà! Ciao ciao bella e tanti complimenti!

  • bella, brava, semplicemente divina!!!
    (Rinnovo l’invito fatto in risposta al tuo commento al mio post, scusandomi del terribile ritardo…mi piacerebbe tanto spignattare con te e parlare di storie familiari, mannaggia la distanza ma volevo avvisarti che hanno aperto un aeroporto vicino casa mia, quello di Comiso, che fa voli diretti da roma…eddai!!

  • I ricordi, le tradizioni di famiglia, sono le cose migliori che portiamo avanti con noi nella vita. Questo matrimonio, tra le diverse abitudini alimentari, in questo piatto è segno di attaccamento agli affetti che a me piace molto, davvero molto!
    Sento ogni singolo sapore in bocca e mi viene, all’alba delle 22.50, l’insano desiderio di mettere l’acqua sul fuoco 😀 😛
    Un bacione

  • Barbara
    Grazie Barbara, che bello!!!:-)

    Luigina
    Ed ecco una delle tue fatine 🙂 il tuo tifo arriva e come e soprattutto non sai quante cose belle mi sta portando!lo vedi che sei una fatina, tu?;)

    Antonella
    E si questa volta ho peccato proprio di protagonismo 🙂 poi però dopo aver sprofondato la mia vergogna del mazzo lino di salvia, non c’è l’ho fatta e ho pensato che un modo per prendere tempo era metterci mezza faccia… Alla prossima per l’altra metà 😉

    Elisa
    Elisa bella, veramente dici????ma io mi trasferisco!!!e finalmente ti porto le nocciole mancate!!!!e poi storie e ricette che bello raccontarcele!ti abbraccio fortissimo!

  • ,Juls
    Giulia!!!a chi lo dici, anch’io nonostante l’ora ricomincerei daccapo!!:) allora te raccomando le ciacciarìe, eh?;)

    Rebecca
    Ciao Rebecca, io penso che certe ricette abbiano un bel potenziale evocativo, dai i desideri insani devono essere accontentati sennò diventano tormenti 😉 eddai eddai!un bacione!

  • Fatina a parte, ma queste foto di famiglia meravigliose che sono uno spaccato della tua vita? Meraviglioso il ricordo dei nonni….. la tua storia……. come al solito sempre brava!!!!!!!!

  • Daniela
    e si sono proprio uno spaccato di vita, pensa che i miei parenti vivono ancora dove prima sorgeva il pastificio, si trattava dell’antico pastificio ‘Spiga’, non sono più stati capaci di lasciare quella strada e lì sono cresciuta anch’io. E’ vero il ricordo dei nonni è sempre speciale 🙂

    Stefania
    🙂

    Pola M
    Conosco questi impulsi di mangiare bucatini a colazione!;-)

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