Io sto con i “petali” e le “fanfole”

IO STO CON I "PETALI" E LE “FANFOLE”

Petali e ‘’Fanfole”. Gli argomenti sono due. E dicono la stessa cosa.

I petali. Ecco, cominciamo pure dai petali. Perché di petali in queste ultime settimane si è fatto un gran parlare, interrogandosi a più riprese sugli aggettivi, più o meno adeguati al “caso del petalo” in quanto tale, che pare possa essere tutto meno che ‘petaloso’. Non sia mai!

IO STO CON I "PETALI" E LE “FANFOLE”

Ecco, io mi sono chiesta perché. E se le ragioni della Crusca mi sembrano puntuali e pertinenti, gli sberleffi giulivi e certi ‘cipigli puntigliosi’ da parte di quel mondo ‘social’ che dice di ‘lovvarsi’ senza misura e senza pudori di sorta e che distribuisce like meglio del caro vecchio Fonzie… ecco io, da quel mondo lì che ingurgita tutto e tutti, io, un po’ di tolleranza e sana spensieratezza linguistica me la sarei aspettata.

I petali, in fondo, non sono mica così indigesti!

Che poi si trattava di un petalo solo, con la sola ambizione ad essere se stesso: ‘petaloso’ per l’appunto e niente di più.

Forse che il popolo di ‘lettori’ social ha un’allergia ai petali? O forse si tratta di una questione ‘etica’: tutte le parole  sprovviste di un ‘#cancelletto’ davanti, sono altresì sprovviste di un lascia passare’. Anche se questo a me sembra più un ossimoro, anzi un paradosso: uno che passa solo se ha un ‘cancello’ davanti… ecco forse si tratta di un masochista. Ai miei tempi solo il ‘Signor olio cuore’ ci riusciva, e il ‘cancello’ era, in verità, una staccionata superata con un salto, lasciata alle spalle e non portata con sé come un fardello a cui dare la precedenza, prima di proferir parola.

E se all’inizio tutta la storia del singolo petalo e del bambino che sbaglia con garbo e della maestra ‘magistrale’ che nulla lascia al caso, ha regalato un bel sorriso e la speranza di trovare la bellezza anche negli errori, già il secondo giorno la storia era un’altra.

Ecco, anche in questo caso, io mi sono chiesta perché.

Perché l’ “emoticon” generale è mutato?

Perché quando una notizia bella, capita per sbaglio su Facebook, presto diventa il suo contrario?

Perché la ‘viralità’ deve per forza deturpare e stravolgere il significato delle belle storie?

E soprattutto perché il pubblico di chi scrive, sente il bisogno di pontificare su tutto e, quasi sempre tutto, il pubblico di chi legge, fraintende?

Non è che sia stato così facile trovare delle risposte, però io almeno ho preso una posizione e ho deciso di stare dalla parte del petalo e di tutti i petali del mio quartiere e della mia tavola che si sentono petalosi.

IO STO CON I "PETALI" E LE “FANFOLE”

Ecco così, fiera della mia scelta, ho pensato si esprimermi in un piatto che oltre ad essere ‘petaloso’ quanto basta, rappresentasse bene quell’idea di Primavera che Dalani, ha espresso nell’ultimo speciale dedicato ai trend primaverili per la mise en place. E infatti io, tra i quattro stili pensati per la tavola, ho optato non a caso per quello a forma di foglia, in cui immaginare un’insalata di salmone, agrumi e tutta la misticanza più petalosa che c’è è facile.

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Dico, tanto petalosa è stata la mia insalata che la sensazione di una Primavera anticipata nel piatto c’è stata… Che poi di che sorprendersi visto che la Primavera è in anticipo veramente e prima del previsto fa capolino tra i primi boccioli sugli alberi?

IO STO CON I "PETALI" E LE “FANFOLE”

E a questo punto se c’è qualcuno che si sta ancora chiedendo cosa siano le ‘Fanfole’, mi limiterò a dedicare a chi, come me ha voglia di stare con i petali, la mia poesia preferita:

Ci son dei giorni smègi e lombidiosi

col cielo dago e un fònzero gongruto

ci son meriggi gnàlidi e budriosi

che plògidan sul mondo infragelluto,

ma oggi è un giorno a zìmpagi e zirlecchi

un giorno tutto gnacchi e timparlini,

le nuvole buzzillano, i bernecchi

ludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;

è un giorno per le vànvere, un festicchio

un giorno carmidioso e prodigiero,

è il giorno a cantilegi, ad urlapicchio

in cui m’hai detto “t’amo per davvero”.

(da “La gnosi delle fanfole” di Fosco Maraini)

Ricetta della (non) ricetta di primavera e petali in insalata 

IO STO CON I "PETALI" E LE “FANFOLE”

Ingredienti per due (le quantità sono indicative a seconda di quanto si sia disposti a procedere con un piatto unico o un antipasto):

  • 1 polpelmo rosa
  • 1 arancia
  • sale maldon qb
  • misticanza
  • 1 cipolla rossa
  • 1 confezione piccola di salmone affumicato
  • fiori eduli
  • olio evo qb
  • germogli

Procedimento: lavare e asciugare l’insalata e condirla in un piatto di portata con olio e sale. Pulire a vivo gli agrumi e assemblare il piatto con tutti gli altri ingredienti.

IO STO CON I "PETALI" E LE “FANFOLE”

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28 thoughts on “Io sto con i “petali” e le “fanfole”

  • Mi sono svegliata una mattina che nel mondo dei petali e delle polemiche era già pomeriggio e come sempre mi sono sentita sempre lontana da tutto e da tutti. Forse é stato un bene, non so… ritorniamo ai petali, che mi sembrano sempre cosi belli ed interessanti… fosse solo perché fanno parte del mio nome?!? Lo sai ce l’ultima volta che sono stata a Roma era primavera? Il ricordo della sua bellezza mi acceca, come quando il sole é troppo forte e devi chiudere gli occhi… qui siamo in piena bufera di neve, stanotte sono previsti 30 cm… capisci quanto sono lontana?!?! Centimetro più, centimetri meno quell’insalata con me non conosce stagione, è cosi bella e colorata che quasi mi fa dimenticare cappello e guanti! Giuro!

    • E si capisco bene cosa vuoi dire, anzi in realtà a me capita spesso di sentirmi lontana a prescindere, da tutto ciò che ‘chiacchiera’ più del dovuto sul web… ma poi dall’altra parte c’è una reazione contraria che mi spinge a pensare che è un peccato stravolgere in questo modo l’uso che abbiamo dei nostri mezzi, facebook incluso. Per me è stata una bella occasione scoprire che sul web ognuno poteva ritagliarsi un proprio spazio d’espressione senza dover lottare o sgomitare per farlo… solo che purtroppo a questo è seguito qualcosa di inaspettato: e cioè tutte le sante volte che uno ha un vantaggio da giocarsi, in qualche modo lo spreca. Ad ogni modo petalose o meno siano le questioni dell’uomo ‘moderno’ io mi sento di poterti dire che i petali più belli sono i tuoi 🙂
      Le donne della mia famiglia si sono scambiate per ben due generazioni questo nome peccato che alla terza non sia toccato a me indossarlo!Da abruzzese nostalgica della neve ti dico che tutti quei centimetri di neve previsti da te mi attirano parecchio ma ad ogni modo questa insalata più che primaverile è invernale se pensi agli agrumi e al salmone, io penso che se hai l’opportunità di mangiarla davanti al camino o una bella stufa calda, lei, l’insalata è buona lo stesso!;-) Un bacio!

  • Se con i petali e `petaloso` non ho avuto problemi, devo dire che mi sono chiesta cosa voglia dire il termine `fanfole` e sono andata a cercarlo… Ma è bello, perché si scopre sempre qualcosa di nuovo in un`altra lingua che parlo bene (pecco di poca modestia), ma che ho imparato strada facendo.
    L`immaginazione è molto `petalosa`, non finisce mai….
    Guardo le tue bellissime fotografie e vedo quei bei rami come sono già molto `petalosi` e colorati. E poi il tuo piatto di insalata che fa gioire prima gli occhi e poi il palato.
    Di questo tuo post, rimango con i bellissimi colori e con delle strane rime in testa …. zirlecchi – bernecchi… :)))) rime che devo ancora studiare e capire. E chi mi divertono :)…
    Un grandissimo abbraccio!
    Ulica 🙂

    • Lo sapevo che le ‘Fanfole’ ti avrebbero attirata a me come farfalle notturne attratte dalla luce!Le ‘fanfole’ sono poesie, intese come ‘scherzi’, giochi della lingua, in cui il suono delle parole (che non esistono) riesce a suggerire lo stesso una forma di significato. Si tratta di un gioco retorico in cui è facile cadere per associazione di idee anche se non si ha una formazione letteraria 🙂 Ad esempio un termine che ripetevo da piccola quando qualcuno mi dava ansia, e cioè un concetto difficile da esprimere, era: “mi dai l’affito” Adorabile!La dico ancora!Cara Ulica, non ti affannare a cercare il significato delle parole che ti ho suggerito, sul dizionario divertiti ad indovinarlo in base alle tue associazioni logiche, ne scoprirai meglio la forza evocativa!:-)

  • Ma se ti dicessi che l’accademica in mezzo alla questione petalosì-petalono era la mia correlatrice di tesi?!
    Basterebbe questo a darmi una spinta verso il lato petalosì ( e la terra dei cachi)!!!
    E invece no! Perché è tutta la vita che invento parole, aggettivi e nomignoli … pensa che risulta un vanto di famiglia, una capacità tutta nostra e ben sopra la media, roba da far invidia all’intero modo di fanfolandia, insomma cose da tramandare alle generazioni. Sta di fatto che a me nessuno a mai comunicato niente o dato nessun riconoscimento; e chi sono io? L’ultima ruota del carro? ……..
    …. forse sì, e la mia è solo banale invidia, voglia di rivalsa, mania di protagonismo e sproloquio al vento delle non facce … aggettivi che forse mi accomunano a tanta tanta gente! 😉
    ps: le tue arance non potevano far fine migliore e la tua insalata fa arrivare sin qui il suono di gnacchi e timparli.

    • Cara la mia letterata, allora vieni anche tu da studi umanistici!E allora dimmi perchè mai un’indole così dedita al conio di parole nuove vorrebbe rinunciare a farlo, così di punto in bianco?Io trovo nella mutabilità del linguaggio soprattutto nel ‘gioco’ di parole l’esercizio più bello e vitalistico che c’è… (mio nonno direbbe che è il vezzo di chi nato a Pescara ha respirato la stessa aria di D’Annunzio… ma io so che non è così) 😉 Facciamo una cosa facciamo una cosa, vista l’indola che ci accomuna, facciamo tesoro delle nostre parole inedite e usiamole pure tra noi, qualcosa mi dice che potremmo capirci benissimo lo stesso!

  • Quando ho visto la notizia sono rimasta stupita. Io, che un po’ bacchettona sono per natura, non capivo come un errore potesse essere premiato. Ho pensato a un tema delle elementari in cui dovevamo descrivere il nostro aspetto: scrissi di avere gli occhi cangianti e la maestra me lo segnò in rosso, sostenendo che gli occhi cangianti non esistono. In realtà i miei occhi cambiano sotto la luce del sole ouna luce molto intensa, ma probabilmente la maestra non aveva mai colto questa sfumatura 🙂 avendo sempre avuto dei modelli strettamente attaccati alle regole, non mi sarebbe mai venuto in mente di scrivere alla Crusca per proporre parole nuove. Eppure la lingua è l’essere vivente più bello che ci sia, se ben usata, e per questo è in continua evoluzione. Ecco, forse non avrei scelto questo aggettivo per descrivere un fiore, perchè la trovo una parola troppo maschile! Però mi piace pensare di usare tutti i vocaboli scritti sul dizionario, per cui ben venga una parola in più per esprimere un concetto 🙂
    L’insalata è un tripudio di colori e sa davvero di Primavera, quella bella e profumata che riempie gli occhi di arcobaleno 😉

    • Virginia cara, ma una bimba che scrive di avere occhi cangianti è una meraviglia!!!Oltre a dimostrare una rara proprietà di linguaggio… io gli insegnanti bacchettoni li ho sempre guardati con sospetto, per alcuni di loro la mia sensazione era che la ‘regola’ aiutasse più loro che me … Le regole sono rassicuranti e conoscerle bene aiuta anche però a capire quando si può pensare di ammettere un’eccezione o, meglio, una licenza!:-) E si la lingua è un animale ‘vivo’ e mutabile, spesso mutilato a causa di un uso irriguardoso ma quando qualcuno riesce a trasformarlo nell’eco di qualcos’altro io sono felice 🙂

    • Cara Gelmina, ma la verità è che tu sei adorabile di più e se penso a te, pur non conoscendoti, chissà perchè io ti immagino proprio immersa in tutti questi colori.

  • Ho letto commenti di un livore ingiustificabile, ed ho provato un senso di sgomento ed estraneità a tanta arroganza nei confronti di una storia che coinvolge un bambino e una maestra. C’è chi ci ha letto un attacco alla sacra lingua italica (che non sapevo fosse statica ed immutabile…), c’è chi ci ha visto una genuflessione delle istituzioni all’errore di un bambino… Io ci ho visto una bella storia educativa: una maestra che fa notare un errore al proprio scolaro e fa di più: lo porta nel mondo dell’evoluzione di una lingua e gli insegna come ci si comporta in certi casi. Chi ha visto del marcio in questo io credo che, ahinoi, debba porsi qualche domanda sulla propria disposizione nei confronti del mondo.
    Partecipo dunque volentieri anch’io alla tua mensa piena di petali e colori 🙂

    • Ciao Sara!Che bello saperti dalla parte dei petali!Mi scrivi cose che rispecchiano lo stesso disturbo che ho provato io e che non è giustificabile in ambiti di comunicazione che per altro sono noti per la mancanza di filtro grammaticale!:-) Io infondo dalla ‘s-grammatica’ funzionale dei social mi aspettavo una maggiore benevolenza, soprattutto perché la storia aveva dei presupposti educativi e invece tutto è finito sotto una lente deformante. Io allora raccolgo la tua adesione ai petali e loro sentitamente ringraziano insieme alla sottoscritta!;-)

  • Tanto per far capire da che parte stiamo, abbiamo appena fatto dei cupcakes petalosi 🙂 Certe polemiche davvero non le concepiamo, come vedere del brutto in tutte le cose, anche in una storia come questa, che per noi ha solo del bello! Siamo impazienti per l’arrivo di questa Primavera che a tratti si sta già mostrando con gemme che spuntano sui rami e foglioline verdi che quasi per miracolo rinascono dalle nostre piante lasciate fuori per tutto l’inverno…
    Quest’insalata petalosa ci piace troppo, colorata, elegante e piena di “vita”!!

    • Ciao care!!!!!Ma io la vostra Primavera Petalosa l’ho vista proprio qualche ora fa in un grigio vagone della metro… e pensate un po’?tutto si è tinto di rosa e di verde!e appunto vedendo i petali della vostra tortina ho pensato che si il mondo con qualche petalo in più fa la differenza e potrebbe essere il simpatico segno di riconoscimento delle persone come noi, che amano assolutamente le fanfole!Un abbraccio stretto a voi!

  • Cara Laura…
    Prima ti faccio i complimenti per la ricetta e le foto e in ultimo per le bellissime parole…Perché? Perché, come già scrivevo anch’io sul blog, c’è poca gentilezza, poca attenzione….Perché è più facile essere petualnti piuttosto che petalosi!
    Baci

    • Ciao Debora, benvenuta!:-) E’ un piacere conoscerti e in verità, come si dice in questo ‘mondopaese’ del web ti dico che di vista io già ti conoscevo!E si per le tue belle foto e il tuo sito in cui non vedo l’ora di ‘viaggiare’ con l’attenzione che ti è dovuta!:-) Io penso che il mondo della comunicazione abbia molto da offrire in termini di libertà e opportunità, chissà perchè però queste ultime vengono sempre frintese dal genere umano: l’uso che si fa di certi strumenti, infatti, spesso è diventato deleterio se non in alcuni casi persino dannoso… penso al potere che offrono a chi non si fa scrupoli intellettuali. Ad ogni modo per me oggi è diventata una scommessa cercare nell’inferno mediatico una piccola porzione di paradiso per me e chi ne vuole far parte!Ti abbraccio!

  • E tu il paradiso, con queste tue foto, le tue parole e le tue ricette lo hai sicuramente ricreato e aperto al mondo. E credimi sono proprio fortunata a potervi passare anch’io qualche piacevolissimo minuto della mia giornata.
    Grazie ancora

  • Nata a marzo, amante dei fiori e dei neologismi (da una ragazza straniera che nella mancanza immediata di un termine adeguato, di parole se ne inventa in media una al giorno), mamma e per tanto doppia adoratrice di bimbi, adoratrice della loro inestimabile bellezza e fantasia, potevo forse non amare quel petaloso e bellissimo errore?!!!
    Eh no che non potevo!
    Quello che mi dispiace è che sia già divenuto un marchio. Una cosa tanto bella, pura, un innocente e splendido errore, diventato un marchio, per riempire le tasche e affermare con urgenza proprietà. E che ci sarebbe di male? Nulla forse… Ma tant’è, consumiamo tutto voracemente fino a distruggerlo, estinguerlo. Per fortuna i fiori petalosi e profumosi in questo periodo iniziano ad avanzare spavaldi sui rami ed affollare i prati, così non rimarremo a corto di aggettivi e ne potremo inventare di nuovi, giusto per riempire gli spazi tra cielo e terra e zittire il popolo feissbukiano che mette in croce il bello ed esalta le stupidate.
    E ciò detto, mi vado a comprare il necessario per pasteggiare con la tua splendida e petalosa insalata.
    Un bacione grande

    • Rebecka, bravissima mi piace quello che dici soprattutto perché lo sostieni a nome di ‘mamma’!Perché vedi la cosa che più di tutte mi ha sconcertato è stato il commento e lo sberleffo da parte di molte ‘mamme’ che io conosco e che pagherebbero oro per avere una maestra del genere per il loro figlio… ma chissà perché davanti al ‘petalo’ si sono rivestite di un’austerità che non immaginavo possibile. Sono contenta il tuo commento sia arrivato qui, proprio su questo post, proprio come un bel petalo da conservare nel libro della storia più bella 🙂 Un abbraccio bella mamma!

      • Mi scontro spesso con certi atteggiamenti. O forse è meglio dire “mi scontravo spesso” perché poi ho capito che l’invidia che muove gli altri in un senso, di certo non può e non deve in nessun modo avvelenare la mia felicità. Così lascio blaterare di inutili cose chiunque sia ed io mi godo il bello perché è tale.
        Un abbraccione

  • Ma quanto sono vere le tue parole, a volte si riesce a abbruttire una notizia così bella e pura come quella del petaloso, che te lo dico chiaramente, io ho adorato!!!
    La sera sono rientrata a casa e ho chiesto a mio figlio Riccardo di 6 anni secondo lui come si poteva chiamare un fiore con tanti petali, e sai cosa mi ha risposto?
    – ehm… petaloso? E non hai idea il mio sorriso, i bambini sono meravigliosi!!!

    • Fantastico tuo figlio!Proprio così dai bambini c’è sempre da imparare qualcosa 🙂 sembra una frase fatta ma quello che mi racconti ne è una prova!Cara Emanuela sono contenta della tua adesione al ‘petaloso’ che non poteva non coinvolgere anche una bella persona come te 🙂 Grazie mille!

  • Finalmente trovo il tempo di leggerti come si deve. Tra le mani una tazza fumante che profuma di more, ed il silenzio che tanto amo.
    Sembra primavera da queste parti, mentre fuori si ostina a piovere. Aleggiano nell’aria profumi leggeri che colorano giornate grigie.
    Mi rivedo tra le tue righe. Mi vedo in quelle parole sospirate con dolcezza. La stessa dolcezza che amiamo e che cerchiamo sempre di preservare. Quella tenuta sul palmo di una mano, per evitare che voli altrove.
    Perciò mi isolo di fronte ad avvenimenti come quello descritto sopra da te.
    E preferisco prendermi solo la parte più bella.
    Ti abbraccio Laura e ti auguro una felice domenica.

    • Cara Melania e finalmente io trovo il tempo di risponderti come meriti 🙂 Tra le mani non ho una tazza fumante di tè ma un poco nobile panino imbottito con sgombro e rucola piccante!Ed in effetti mi riconosco nella tua scelta di isolamento che è tutto sommato il modo migliore di indignarsi, ma la mia anima più rustica questa volta non ci è riuscita… forse perché erano in ballo le parole… Oggi le parole sono state così stravolte dal linguaggio mediatico che vedere alzare muri di censura davanti l’errore di un bambino mi ha lasciato perplessa. Mi fa piacere però aver condiviso le mie perplessità e averne raccolto un bel confronto 🙂 Ti abbraccio anch’io!A presto!

  • carissima Laura, non pensare mica che mi sia dimenticata di te! Appena letto il tuo nome, mi sono fiondata a leggerti con lo stesso slancio, la stessa necessità di farlo tutto d’un fiato per poi tornare, più lentamente, a soffermarmi su ogni singola parola di sempre. E l’ho fatto proprio mentre era la mamma, a leggerti, quasi per bisogno di essere io, la prima. E se prima non potrò essere a scriverti, quantomeno lasciami l’onore di essere l’ultima!
    Ti confesserò che, in merito alla questione dei petali, mi sono ritrovata ad essere un po’ invidiosa di non essere stata tanto geniale, pura e ingenua da mettere alla luce una parola tanto densa quanto petaloso, io che un po’ petalosa mi sento. E ho provato un po’ di rancore al posto di mia madre, lei che di parole perfettamente pregnanti ne inventa ogni giorno sotto lo sguardo burbero, rassegnato e divertito dell’uomo di casa. Ma che forse la questione del petalo sia stata indigesta ai molti perché questi, di petali sui propri rami, ne hanno talmente pochi da non potersi definire petalosi?
    Quanto all’insalata, mi piace quanto questa sia decisamente “petalosa” e non soltanto per la presenza dei fiori (dei quali io, qualunque sia la situazione, che si debbano spargere su un’insalata o piantare sul davanzale, sono sempre una profonda sostenitrice) ma in ogni suo elemento: ci sono petali di salmone, di misticanza, di cipolla e di agrumi. Ed io, che sono un’insalata-dipendente, ti dirò che già immagino quanto questa sia buona proprio perché due anni fa la mia insalata preferita era a base di salmone (cotto al forno), misticanza, pompelmo e il sempre presente in qualsiasi cosa io faccia avocado!
    ti bacio forte, Marta

    • Cara Marta sappi che tu un posto d’onore ce l’hai anche se non ti palesi, perché io so che in qualche modo tu ci sei sempre e comunque 🙂
      E ora riguardo a quello che mi dici di Mimma, della sua meravigliosa inventiva con le parole, e dell’uomo di casa, che accoglie sornione la novità delle sue parole, sappi che la scena da te descritta è esattamente la stessa che si verifica tra la sottoscritta e il caro marito proprio qui, tra le pareti domestiche di casa Russo!
      La differenza tra noi e voi è che di là ci sei tu, testimone della scenetta più divertente che c’è 🙂 Quanto a noi, io mi affanno a registrare tutto dove posso da lasciare a postuma memoria di chi vorrà sapere come si vive di qua 🙂 Me lo ricordavo che eri una ‘insalata-dipendente’ e mi ricordavo del tuo piatto preferito a base di salmone, chissà perché quando leggo le vostre ricette mi piace scoprire i vostri gusti pensando al giorno in cui mi capiterà di avervi miei ospiti… quanto mi piacerebbe e penso che i nostri uomini di casa avrebbero molto da confessarsi e per noi ci sarebbero belle risate da condividere!Vi abbraccio!

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