Autunno di “melette” e di ”poca gente”

Autunno di "melette" e di ''poca gente''

Mia madre mi ha sempre detto di stare attenta a quello che faccio, che la gente chissà poi cosa dice!

Mio padre invece mi ha sempre detto di stare attenta a quello che dico, che sennò la gente chissà cosa pensa!

Mia nonna mi ha sempre detto di non andare in giro mezza nuda che sennò la gente chissà cosa racconta!

Mio nonno per comodità mi ha fatto una sintesi delle regole da usare in mezzo alla gente, e mi ha detto: “Fai come le scimmiette: non vedo, non sento, non parlo”.

Ma non è così facile non vedere, non sentire e non dire quello che la gente pensa di vedere, di sentire e poter dire. Sempre e indisturbatamente.

Ad esempio a Casoli, la gente era ovunque e vedeva e sentiva e parlava sempre di tutto e di tutti. E io allora, la gente proprio non la sopportavo, ancor di più quando combinava qualcosa.

Come quella volta che un collega di mio padre, con il dono dell’ubiquità, in tempo reale gli spifferò che mia madre aveva comprato un pacchetto di sigarette, nel preciso momento in cui lei lo acquistava. Questi sono i misteri della gente, ma certo è che mio padre si arrabbiò molto più con mia madre che con la gente, perché fumare fa male e si sa.

La gente è la gente e quando combina qualcosa non lo riconosce mai, anzi ci riprova.

Come quando il tabaccaio del paese disse a mio padre che io fumavo, senza sapere che io le sigarette le compravo per mia madre che ormai fumava di nascosto dalla gente. Questa è la gente quando è recidiva, ma certo è che mio padre si arrabbiò molto più con me che con la gente, perché fumare fa male e si sa.

La gente è la gente e quando ti prende di mira, non molla facilmente la presa.

Come quella volta che la zia Margherita venne a trovarci con la sua comitiva di amici e il giorno dopo la signora del piano di sotto ci disse il numero esatto dei nostri ospiti, perché aveva contato i diversi filtri delle sigarette avvistate sul pianerottolo della nostra cucina.

Davanti a quell’ennesima storia di fumo e di gente, mia mamma scoppiò a piangere e decise che le sigarette in casa nostra non sarebbero più entrate neanche se erano degli altri. Mio padre ne convenne, perché fumare fa male e si sa, ma anche il fumo passivo fa male e non tutti lo sanno.
Io per colpa della gente, in paese, non mi sono fidanzata mai che la soddisfazione sapere i fatti  miei non ho mai voluto dargliela. E di rubare baci e carezze come una ladra per non farmi vedere dalla gente non mi piaceva. Allora la gente di me ha cominciato a dire che ero una brava ragazza, perché non mi si vedeva e non mi sentiva parlare. A parte quando uscivo con mio padre e dicevo a tutti  ‘buongiorno’. Allora la gente diceva alla gente: “hai visto la figlia del dottore?” Ma non sapeva come andare avanti perché tanto io non parlavo, non sentivo e non vedevo, come le scimmiette di mio nonno.

La gente è la gente e pensa di sapere tutto ma delle volte si sbaglia, anche se non si corregge.

Come quando mi vedevano con mio padre e mi chiamavano “la figlia del dottore” solo perché lui lavorava in ospedale e portava il camice bianco. La gente non sa la differenza tra un medico e un biologo e se porti un camice bianco nei pressi di un ospedale, devi aspettartelo che la gente faccia di tutt’erba un fascio.

Come successe al figlio di Orietta, che per la gente diventò medico dal primo anno di medicina e restò tale anche quando non conseguì la laurea. Anche se con lui la gente quasi quasi chiuse un occhio chiamandolo ‘dottore’ pur senza camice e senza ospedale. Il fatto è che quando un’etichetta è stata affibbiata è difficile che la gente ne produca un’altra.

La gente è la gente e quando sbaglia non è che lo riconosce.

Allora mia madre una volta disse a mio padre: “Portami via dalla gente!”

E lui ci portò in campagna. Ma la gente è la gente, e quando ti allontani, è fuori controllo e non sai mai cosa vede cosa sente cosa dice alle tue spalle.

Come quando la gente cominciò a dire che eravamo ‘forestieri’ perché non vivevamo in mezzo alla gente.

Ma io quella parte me la sono persa, perché non vivevo più in mezzo alla gente da un po’ e l’anonimato di città mi aveva dato un nuovo modo di vedere, si sentire e di dire le cose, che la gente se lo sogna.

Fortunatamente la gente è la gente e quando ti perde di vista non ti si ricorda più. In compenso però ho scoperto che la gente è gente ovunque, paese che vai, gente che trovi.
Come a Roma, dove la gente è “laggente”. Questa ‘ggente’ qui però è più distratta, quasi più rispettosa e a volerle trovare un difetto si potrebbe dire che è solo un po’ sgrammaticata nelle concordanze tra plurale e singolare, quando dice “laggente vedono, laggente sentono, laggente dicono”. Ma la cosa più interessante è quando ‘laggente’ parla male della gente e dice: “Certo che laggente non si regolano!” E allora io per la prima volta sono d’accordo con la gente come mai avrei pensato possibile.

E comunque, per farla breve, io ancora oggi se posso ‘scappo dalla gente’ che scappare è meglio che averci a che fare. Così quando ho voglia di non sentire, non vedere e non parlare, soprattutto in questa stagione, mi nascondo sotto le foglie, insieme alle nocciole e aspetto che succeda qualcosa senza muovere un dito.

Autunno di "melette" e di ''poca gente''

E proprio in questa condizione mi ha trovata il mio amico Rolando, quando si è presentato con una cassetta piene di “melette” – mi ha detto di chiamarle..

Autunno di "melette" e di ''poca gente''

Si tratta di una particolare qualità di mele saporite di limone e di un verde carico fino alla fluorescenza. Io le ho affettate e spolverate di zucchero, farina, burro e rosmarino per il dolce del nostro dopo cena di foglie e di autunno di ‘melette’ e di ‘poca gente’

Autunno di "melette" e di ''poca gente''

Ricetta mele gratinate con crumble di nocciole e rosmarino

Autunno di "melette" e di ''poca gente''

Ingredienti (per 4 cocotte mono porzione): 50 gr di burro; 4 cucchiai di zucchero di canna; 2 cucchiai di farina; 7 melette (meno nel caso di mele più grandi); 50 gr di nocciole tostate; rosmarino essiccato o fresco a seconda della disponibilità.

Procedimento: lavare e affettare le mele in fettine sottili e mescolarle con lo zucchero. Lavorare la farina con in burro fino ad ottenere briciole di impasto da spolverare sulle mele disposte a strati. Spolverare anche il trito di nocciole in superficie, con lo zucchero rimanente e qualche ago di rosmarino. Infornare a 160 C° con forno combinato grill+ventilato finché le mele non risulteranno dorate in superficie. Servire tiepidi con una pallina di gelato alla vaniglia o panna acida.

Autunno di "melette" e di ''poca gente''

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27 thoughts on “Autunno di “melette” e di ”poca gente”

  • leggerti è bello quasi quanto sentirti parlare e parlarti di persona
    buonanotte, e ricorda che qui c’è gente che ha la scusa dei tuoi ghiaccioletti per un appuntamento tra genti che non sono solo noi ma anche i pover’uomini… 😉

  • Ad orari sempre più bizzarri … ma facciamo finta che sia tutta colpa della luna e di una malsana quanto improvvisa metamorfosi in una astrologa da strapazzo … ti dico che durante l’estate (ancora più pazza e bizzarra) ho finalmente capito a cosa serve l’alcool … a fartela sopportare questa gente; a farmela sopportare … che in caso contrario l’insofferenza è incontenibile!!!!
    Per fortuna, non facendo ancora parte degli alcolisti anonimi quindi, come rimedio più salutare, rifuggo anch’io nei boschi, sotto e sopra foglie, dietro fronde di alberi di mele, dentro a ciotoline dolci … e lì resto, fino all’ultimo istante disponibile … o fino all’ultimo cucchiaio!!! 😉

  • Cara Laura leggere la tua intro è stato un tuffo al cuore e mi ha portato indietro nel tempo, un tempo che non è poi così lontano.. Beh tu eri una ragazza modello… Io invece, nonostante le varie raccomandazioni dei miei, mi sono sempre affibbiata l’etichetta della ragazza con i grilli per la testa, fumavo in pubblico ed ero perennemente fidanzata… io credo che la gente certe volte, sa essere proprio cattiva e bisogna imparare anche a fregarsene. La vita è una e non si vive per accontentare gli altri… meno male che sei andata via…. ritrovando un equilibrio di vita senza troppi pesi sul groppone ;*
    le melette sono spettacolari… una coccotte delle tue e subito sorriso… bellissime anche le foto 🙂
    un caro abbraccio Laura :**

  • So benissimo di cosa parli, la “ggente” é nella testa delle persone, difficilmente puoi scappare via. Mia mamma per esempio si é trasferita a milano quando era giovanissima, ma quel concetto lí difficilmente lo sradichi…

    Brava tu che cerchi di scappare da tutto questo!!

    … Mi rilasso guardando le tue foto, in una metro affollatissima!! 😉
    Un abbracciò!
    Elisa

  • Laura ciaooo 🙂
    niente cambia in questo mondo, vero? :)) La gente si trova dappertutto, per la strada, dietro alla porta, in chiesa, al supermercato, in autobus o in treno …. quando meno te lo aspetti, eccola la’!, che ti guarda con occhi da intenditore e con le orecchie aperte per sentire anche i messaggi che non sono mai stati mandati.
    La gente e’ come un motore, funziona solo alimentandosi con questo miscuglio di fatti veduti, sentiti, immaginati, raccontati e passati di bocca in bocca finche’ assumono una dimensione rocambolesca perche’ altrimenti la vita quotidiana diventa troppo noiosa. Le faccende diventano talmente intricate che nemmeno la gente riesce poi a chiarire anche perche’ immagina in continuazione altri fatti. Una bella fatica! 😀
    Anche io scappo nel bosco, mi rifugio dietro gli alberi oppure divento tutt’una con l’erba, ma anche la’ ci sono degli occhi grandi che mi guardano, da intenditore oppure ci sono quelli occhi amici come i tuoi … :))).
    Una bellissima settimana!
    A presto!
    Ulica 🙂

  • Buongiorno bella ‘forestiera’, te l’ho detto che sarei passata stamane.
    Ho osservato con attenzione le fotografie, e di errori, convengo con la nostra adorata Francesca, proprio non ne trovo. Percepisco invece pace e tranquillità negli scatti, e di contro avverto, nel tuo romanzare, le pulsioni di quella ragazza che ci stava un po’ stretta in mezzo a quella gggggente dalle facili conclusioni.
    E ti capisco, lo sai sono di Roma, ma sono cresciuta in un paesino, dove la realtà è molto più piccola, dove ci si conosce tutti, dove anch’io ero ‘la figlia del militare’, o ‘la più grande delle tre figlie del militare’.
    Scalpitavo anch’io, non condividevo, non sopportavo. E quasi spavalda mi accendevo la sigaretta sul muretto dell’oratorio.
    Ma forse mi sento di dire ‘grazie’ a quella gente invadente che ti ha fatta ‘scappare’ dalla piccola realtà dell’Abbruzzo- ci saremmo mai incontrate altrimenti?
    Ti stringo, forte.
    A.

  • L’ho scritto già da qualche parte che laggente mi ha considerata una ragazza dai facili costumi per tutta la mia breve adolescenza. Fin quando poi, nonostante ci fosse di mezzo il peccato originale, fui beatificata e santificata come la vergine Maria per aver messo al mondo una creatura. Insomma, che la gente pensasse quel che vuole di te e pure di me, mentre io per parte mia, che sono fra laggente che ti legge, non posso che adorarti sempre e concedermi le tue parole di puro piacere.

  • Rossella
    Cara mia 😀 ti dirò che io quel tipo di gente lì, quella che i ghiaccioletti li adopera come ‘scuse’ invece che per raffreddare le cose, io la adoro 🙂 e lo sai perché?Semplicemente perché io faccio parte di quella parte di gente che presta i ghiaccioletti per avere la scusa di rivedersi al più presto!!!;-) Allora a quanto un appuntamento tra noi ‘povera gente’? 😀

    Martina
    Martina cara il tuo racconto sulle metamorfosi di un’astrologa che si dà a stesse e alcol mi è piaciuto e mi ha ricordato di uno di quei miei rari stordimenti ‘autoindotti’ con un mojito… ribattezzato ‘basito’ perchè in mancanza di menta (una cosa che mi succede spesso) ho utilizzato il basilico pur di alleggerire il ‘peso della gente’ attorno a me 😀 E comunque se ti va di nasconderti proprio sotto quelle foglie lì ho la sensazione che potrai trovare anche tu le mie nocciole!;-)

  • Simona
    Mi fa piacere sapere che sai di cosa parlo 😀 e che mi capisci a volo, potessi tornare indietro me la toglierei qualche soddisfazione anche solo per la curiosità di vedere la faccia della gente 😀 Un bacio grande!

    Elisa
    Esatto la ggente non si sradica facilmente ed è un po’ come l’erba cattiva, la cosa che più mi ha fatto piacere questa mattina è stata immaginarti in una metro piena di ‘ggente’: una situazione questa che mi appartiene più di quando la gente era nella mia testa!:-D Ti abbraccio!

  • Ulica
    Ciao Ulica!:-D è vero la gente si alimenta da sola e delle volte senza saperlo e senza volere qualche malcapitato la alimenta a sue spese, una bella fatica come dici tu. E’ pur vero però che tu e gran parte delle persone che passate di qua fate invece parte di quella gran bella gente senza della quale io non potrei più fare a meno!Grazie mille cara Ulica!:-D

    Alessia
    Su una cosa la gente non si sbagliava… sul fatto che sarei rimasta una ‘forestiera’ 😀 Comunque cara mia credimi sulle foto ci sono tante cose da rivelare, ma confesserò tutto alla presenza di un bis di tiramisù!:-D

  • Francesca
    Bhè che tu sia tra la gente che mi legge non sai quanto mi faccia piacere, ma sappi cara che io sono tra la gente che legge te e che gode dei tuoi video con un sorriso divertito ogni volta!Ti adoro e che la gente lo sappia!

    Gelmina
    Gelmina cara grazie, anche a me capita la stessa cosa quando passo a trovarti!:-D

  • Margherita
    Mi hai fatto morire dalle risate!… e ovviamente la cosa mi lusinga, ma tu sei proprio sicura?perché ti assicuro che delle è così faticoso guardare il mondo dal mio piccolo e unico punto di vista. E comunque per te sarei disposta a cedere anche quello 😀 Ti abbraccio!

  • Ultimamente ho scoperto che scappare è un ottimo antidoto contro la gente, o meglio: è un ottimo modo per non sentire quello che la gente dice/pensa/fa/immagina… Uno dei miei difetti è la scarsa tolleranza nei confronti delle chiacchiere, ma con l’età che avanza ho iniziato a fare come le tre scimmiette: pensa che col tempo ho imparato ad isolare persino gli odori, oltre alle chiacchiere, dote importantissima nei miei tragitti tra autobus e treni (e anche tu ne sai qualcosa :-D)
    Penso che amerei nascondermi sotto alle foglie e accetterei di uscire allo scoperto solo con Rolando nei paraggi 😉 Le melette sono una meraviglia così come queste cocottine, così belle, autunnali e molto “Virginia”… Mi sembra di sentire ancora il profumo di quel nascondiglio 😉
    Un bacio grande e buona notte!

  • Virginia
    vedo che mi hai capito benissimo il problema è tutto lì in quello che gli altri pensano di poter dire, pensare o immaginare e questo ovviamente non è un problema reale se uno ha imparato a non sentire, non vedere e non dire mai… il fatto è che delle volte quando mi rifugio sotto le foglie penso:”ma non sarebbe tutto più bello se la gente facesse silenzio per un po’?…come le foglie in autunno?” Ecco delle volte sarebbe bello restare in silenzio… ma questa è l’unica azione che mi capita di incontrare sempre più di rado. Ecco perché ultimamente mi rivolgo a pensieri di fuga… per quanto la fuga non sia una condizione percorribile sempre… che si rischia di diventare ‘forestieri’ sempre e non sapere più dove ritrovarsi 😀
    Che le cocotte fossero molto ‘Virginia’ non lo sapevo ma mi fa piacere saperlo, così la prossima volta ce ne sarà bisogno le chiamerò così 😀 sappilo!Riguardo a treni e autobus che scopro presenti nella tua quotidianità, mi viene da dirti “sfogati pure tutte le volte che vuoi” da queste parti troverai sempre una sconfinata comprensione!;-D

  • Cara Laura, passare da te sempre un piacere immenso, non solo per le tue ricette e le tue foto ma anche quello che trasmetti scrivendo.
    Io credo che quella gente, sia ancora dietro l’angolo a sbirciare quello che la figlia del dottore, ma adesso quella bambina è in grado di tenerli a bada tutti quanti!
    Sei una gran bella persona, ce ne fosse di “gente” come te!! Un bacio.

  • Emanuela
    Cara Emanuela e allora devi sapere che anche il tuo arrivo da queste parti mi lascia sempre il sorriso che solo le parole belle e sinceramente affettuose sanno lasciare 😀 per cui in realtà sono io che ringrazio te!
    E riguardo la gente, quella purtroppo è sempre dietro l’angolo dove la visuale sembra più nitida :-D…. ‘sembra’… e per fortuna ciò che ‘sembra’ non sempre ‘è’, ma questo non diciamolo alla ‘gente’ che altrimenti non sa come divertirsi 😉
    Ti mando un abbraccio stretto stretto!:-D

  • Paese che vai gente che trovi e le raccomandazioni non cambiano e le abitudini nemmeno. Al mattino corro per portare la cucciola a scuola e le vedo tutte in fila. Sono lì, come quei uccellini che si ammucchiano sui fili della luce. E c’è un tale chiasso assordante che corro, corro veloce con la bimba che mi vola al fianco, corro per non sentire, per non vedere, per non dire.
    Dalla fila si alza sempre una voce “soave” e senza ritegno da 365 giorni ripete con costanza: “asssociallleee, mai ti fermi con noi! e che avrai di tanto urgente da fare?”
    Di solito sorrido divertita, perché so che a marzo iniziano a ‘fare sciarpe e cappotti’ per la povera gente come me e che il gazzettino ogni mattina cerca nel vociare isterico nuovi spunti per divulgare “la notizia del giorno”. Così la benzinaia, la tabaccaia, il figlio del panettiere, il calzolaio e la vedova agée che ha poco di che essere allegra. Perfino quello strano individuo che è del paese ma che nel paese non ci vive e chissà dove sta e con chi e perché.
    Ma quella mattina dovevo essere o molto storta o molto stanca e la risposta ha rimbombato nella strada, tra scuola e chiesa: “di urgente c’ho ‘na padellata de cose mie da fare …” Ora quando corro per non sentire, vedere e dire, c’è un sommesso vociare, cianotico, col fiato soffocato in gola, con le parole che rantolano e s’annodano nella lingua prima di arrivare al labbro. Ora quando corro, vedo il gazzettino cercare l’occhio delle comari che fingono di non aver visto, di non aver sentito, di non aver detto. E sorrido. Ma sorrido più di prima, mostrando quella mia dentatura che tradisce le mie umili, impalatrici, origini. 😀
    E che Autunno sia, fuggendo alle chiacchiere, sotto le foglie e anche sopra.
    Un abbraccio

  • Rebecka
    Ciao!quanto mi è piaciuto leggerti e seguirti nel tragitto da casa a scuola 😀 e credo di conoscere bene lo schieramento da comari in fila indiana ferme, a preoccuparsi della vita degli altri come se loro non ne avessero una propria. Io mi chiedo sempre quale sarà il mestiere o l’occupazione che consente loro di avere tutto questo tempo da spendere così. Basterebbe lavorare o semplicemente avere dei figli per non avere tutta questa attenzione insana verso gli altri. E allora capisco che chi si riduce così, una vita non ce l’ha. E’ l’unica spiegazione possibile. E tu fai bene a sorridere e a riguardarteli tutti come meritano, almeno per farli morire di ulteriore curiosità!

  • Io non c’ho mai avuto buoni rapporti con la gente. Troppa fatica dover spiegare, dover rendere conto di ogni cosa. Poi, succede che più scappi da loro, più loro ti inseguono, più vogliono sapere perché affamate di notizie, a volte non crollare riesce, altre meno.
    Questo è per dire che capisco la tua sensazione, e so che cullarsi sotto le foglie come fossero una piccola coperta riposta sulle tue spalle non è male.
    Buona serata Laura
    Melania

  • Melania
    Sai io sono uno strano ‘animale sociale’ pieno di contraddizioni nel modo di esprimere il mio bisogno di relazione con gli altri: pur avendo una gran voglia di mettermi in gioco e sentirmi libera nell’esprimere il mio modo di essere, vivo nel timore degli altri, del facile giudizio e peggio del fraintendimento. Credo che questa sia la contraddizione irrisolta di chi come me ha voglia di regalarsi agli altri, senza per questo viverne il controllo che in spazi troppo chiusi o molto affollati è possibile subire. Mi piace incontrare persone che mi capiscono a volo e che sanno di cosa parlo è lo stesso piacere che provo quando mi riparo sotto le foglie!:-D Un abbraccio!

  • Bel post in cui mi rivedo molto.
    Proprio vero: paese che vai, gente che trovi… io anche ne so qualcosa ma ho imparato da tempo a fregarmene. Anzi, più la gente parla male, sparla o spettegola, tanto più ne sono soddisfatto. Tanto si sa: la gente vede solo quel che vuol vedere per parlare male degli altri.
    Non a caso anche Brassens lo aveva ben cantato nella sua “La mauvaise reputation”… un ascolto merita se ha tempo 🙂

    http://www.youtube.com/watch?v=dxP6yuplGHs

    (ho appena scoperto il Suo blog e lo ho subito aggiunto ai feed rss preferiti 🙂 )

  • Passworlost
    Grazie Saverio, mi ha fatto piacere scoprire il Suo messaggio nella posta e su questo post 😀 Ho già ascoltato il brano e l’ho subito condiviso sul mio profilo fb per poterlo ascoltare ancora, ancora e ancora. Mi piace il testo, ma anche il genere.
    Alla gente non permetto ormai da un tempo immemore di ‘soffocarmi’, ma è pur vero che è meglio non abbassare le difese anche nell’anonimato di una grande città!A presto!

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