Così davanti al bancone di salumi e formaggi mi capita ogni tanto di sentirmi una moglie devota e all’ultimo momento chiedo sempre: “Due etti di coppa… per mio marito”.
Giorni da interni
Con l’inaspettato arrivo di una settimana di pausa e di tempo libero, non ho avuto dubbi sul da farsi, sbrigato e risolto in due rapide mosse: riempire il frigo e chiudersi in casa.
Di mele e di convizioni
Di quello che vivo in questo periodo, potrei dire ad esempio dei ricorrenti giorni di mele: di quelle mangiate a morsi, con la buccia e strofinate sulla manica del maglione, solo per lucidare al meglio lo schiocco del primo boccone.
Il redivivo albero Russo
Sull’origine di una marmellata di mele cotogne in casa Russo ci sarebbe molto da dire a partire dal giorno in cui abbiamo deciso di improvvisarci ‘esperti potatori da una vita’ e puntato tutta la nostra attenzione sull’unico albero rimasto improduttivo da anni: l’ex albero di mele cotogne.
La banana “giusta”
Di chocolate banana bread è pieno il web: sfila su porcellane inglesi e penombre mistiche meglio di un cappone farcito nel giorno di Natale. “Forse il ‘discreto’ fascino della banana in posizione orizzontale sul cake?” – Mi sono chiesta io.
L’idea del ‘tutto’
A volte nel rimpianto della totalità che non riesco ad essere, mi capita di assemblare un’insalata. “Almeno Lei, l’insalata, sarà felice di essere ‘tutto’ o, almeno, di tutto un po’” – Penso.
Il camillopardo
“Egó katalavéno hellinika” – ho detto a mio marito, appena arrivati al porto di Ancona. E cioè “io capisco il greco”. C’è euforia nell’aria, nella mia voce e nell’attesa di imbarcarci e sbarcare in Grecia. Insisto: “Katalavéno hellinika…” E “ligó ligó” – aggiungo ma solo per non sembrare superba: “… poco poco”. Ad ogni modo, mi sento […]
A proposito di cetrioli
A proposito di cetrioli, tutto quello che avrei voluto scrivere sull’argomento non è mai stato scritto prima. Semplicemente è stato censurato.
Sing, sing, sing…
Con un 64% di frumento di troppo e una ‘presunzione’ di sospetta intolleranza, più di due mesi fa sono stata messa in guardia. E poi a dieta.
Di quarantene e di “quarantine”
‘Cicaleggiare’ è tutto quello che mi aspetto dall’estate: lo dichiaro a destra e a manca come un esorcismo per evitare qualunque tipo di intrusione avversa e contraria ai miei propositi di svago. Ecco.
Un non so ché
Da quando una nutrizionista mi ha ‘offerto’ a caro prezzo come unico consiglio, l’eliminazione di gran parte degli zuccheri infiltrati nei miei alimenti preferiti, vago come un’anima in pena alla ricerca di ‘qualcosa’, che da giorni ho preso a chiamare “unnonsoché”.
Retorica e repertorio di famiglia
Il sentimento di tragedia che si impossessa di due amanti al momento di un inevitabile congedo può essere straziante, anche grazie a tutta una retorica di parole, salvata a memoria negli anni, e che all’occorrenza può assicurare una gran bella figura. Ma a seconda dei casi. E a seconda delle parole.
Qualcosa di personale…
La geografia può confermarlo: le pizzelle e io siamo abruzzesi. Un dato di fatto che fino ad oggi l’anagrafe ha sempre dimostrato. Ecco perché l’eccezionalità della questione rende l’argomento personale, unilaterale e squisitamente partigiano.
Di ‘giganti’ e via dicendo…
Non a tutti è dato sapere come distinguere un particolare tipo di fagiolo, da tutta la variegata comunità di fagioli esistenti in natura o in un supermercato. Ecco perché se un marito disponibile a fare la spesa su commissione dovesse, per errore o manie di grandezza, riportare a casa dei ‘giganti’ non insultatelo. Piuttosto, cucinate greco.
Non per “vandalismo”…
Ho stratificato giorni di brodino vegetale e yogurt alla banana, con un piatto forse più adatto al dopoguerra che alla Santa Pasqua, ecco perché ho sfornato una lasagna.