Taralli all’anice di San Biagio per Taste Abruzzo

Taralli all'anice di San Biagio per Taste Abruzzo

Mia madre è una donna dalla ‘simpatia singolare’: divertente senza sospetto alcuno di esserlo, è capace di ridere alle sue battute senza ritegno, solo dopo averne colto il senso e sempre con un certo ritardo. Così spesso si ritrova a ridere da sola, compiaciuta e sorpresa del suo estro verso la naturale propensione ad una comicità tutta sua.

Allo stesso modo però sa prendersi molto sul serio. Soprattutto, ogni volta che un ‘affare di Chiesa’ la coinvolge direttamente: e allora in questi casi guai a non riconoscerle la serietà dovuta ad una sacerdotessa nel pieno ufficio sacro di una ritualità o di una benedizione.

Io, l’ho sempre trovata adorabile in entrambe le situazioni, ma devo dire che il suo personaggio sa essere godibile soprattutto nella versione più propriamente ‘religiosa’ e soprattutto, nel particolare rapporto che intreccia con i Santi.

Ho sempre sopettato che li amasse tutti, indistintamente, ma certo per S. Biagio ha sempre avuto un occhio di riguardo. D’altronde anch’io il 3 febbraio mi accorgevo della ricorrenza del Santo, perché tornata a casa mia madre sospendeva l’attività dietro i fornelli e, rivestita di tutta l’ufficialità del caso, mi ungeva la gola con un segno della croce e suggellava il tutto, offrendomi un pane benedetto a forma di anello.

‘Buono’ S. Biagio!Piaceva anche a me il Santo che sapeva di poco sale e tanto anice fresco sotto i denti. Io mangiavo il pane e in cambio il Santo proteggeva la mia gola dai malanni del freddo più rigido: un ‘concetto appetibile’ per lo spirito ma certo anche per il corpo, anzi per la ‘gola’.

Si capisce bene allora perché in occasione della ricorrenza del Santo, per Taste Abruzzo di questo mese, io abbia voluto fortemente sperimentare la ricetta tradizionale abruzzese dei taralli nella versione salata: per devozione alle ‘cure’ del Santo insieme a quelle, inesauribili, di mia madre per me. Per la storia e la ricetta seguitemi.

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7 thoughts on “Taralli all’anice di San Biagio per Taste Abruzzo

  • Sorrido perchè penso alle mamme che leggono i nostri blog e si rivedono nelle nostre parole, magari scoprendo nuovi pensieri su di loro che chissà, magari non sospettavano… 😉
    La foto mi fa pensare un po’ al Natale e mi piace, c’è un bel senso di inverno che passa attraverso le trame del legno…
    (e ovviamente anche il mio Tarallo rosso apprezza miagolando, ehehe!)

  • Mia mamma è sempre stata legata più a Natale e Pasqua…e al carnevale. Non che fosse mai stata una donna di gran fede, ma spesso coglie tuttora l’occasione di ricordarmi che non vado a messa e che da “giovane” ero una catechista… e io ci battibecco dicendole che lo facevo per stare con i bimbi, che l’istituzione della chiesta non mi piace, che anche lei non va a messa tutte le domeniche…e se ne offende un po’. Allora controbatte “però al cimitero ci devi andare, da nonna”, e così via. A quel punto le do ragione e finisce la discussione. A volte il suo “bisogna fare/bisogna andare/non sta bene” mi ricorda di quanto siano cambiati i tempi e mi intenerisce. Non ho mai fatto i taralli in vita mia e non so se sia un bene prepararli, l’ultima volta a lavoro una mia collega me li portò dalla Puglia….ne mangiai talmente tanti che non cenai la sera e non feci colazione il giorno dopo. 😉 Dio come son boni!

  • Francesca P.
    Se penso a mia madre nel momento della lettura di questo post, la immagino perfettamente come l’ho descritta e cioè a ridere compiaciuta di sé e di me che la conosco più di quanto lei conosca se stessa 🙂 Penso che tra il tuo ‘Tarallo’ e i miei la distanza sia poca: lui viene dalla terra in cui i taralli sono con i semi di finocchio e io da quella in cui entra in gioco l’anice, ma tutto sommato la bontà è la stessa 🙂

    Francesca
    Cara mia conosco perfettamente quell’impulso ‘unotiral’altro’ di cui i taralli sono l’effetto!Ma tu segui lo stesso il mio consiglio, provali e se non riuscirai a fermarti questa sarà solo la prova che saranno venuti buonissimi!;-) Un bacio!

  • Elisa
    Ma lo sai che non so?Certo se chiediamo a mia madre, lei sicuramente ci illumina sulla situazione 🙂 Cmq si, è di una simpatia coinvolgente e sconvolgente allo stesso tempo!;-) Un abbraccio cara Elisa!

  • Io ho la fortuna (o sfortuna…) di avere un marito medico e una mamma che fa reiki, che sbollenta erbe varie e che credo fermamente nel rimedio naturale. Ora tu puoi capire il conflitto d’interessi che si genera quando sono malata. Quello con le pillole e quell’altra con le pozioni… l’effetto é devastante anche in un altro continente. Ecco, ora io le chiederò perché fra i tanti rimedi non mi sono mai toccati i taralli di San Biagio… Meravigliosi Laura!

  • Margherita
    Cara Margherita ho letto il tuo commento mentre ero a telefono con mia madre e così ci siamo ritrovate a ridere di gusto per ciò che ci hai raccontato 🙂 e ti dico che su alcuni argomenti anche mio marito e mia madre sono talmente antitetici che il maggiore scontro lo esercitano su di me su questioni molto divertenti a partire da come vorrebbero vedermi vestita fino a cosa dovrei mangiare… anche se in quest’ultimo caso negli ultimi anni mi sono imposta trasformandomi in un gambero!;-) In ogni caso la coppia marito medico e mamma ‘reiki’ è meravigliosa per uno splendido racconto che spero di leggere presto sulle tue pagine!:-) Un abbraccio!

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