Ambasciator, del Mugello, non porta pena

Ambasciator del Mugello, non porta pena

E allora un giorno mi scappò di dire “Io friggerò un tuorlo”.

E mi ritrovai “Ambasciatrice” di quel messere dell’Ubaldino noto in tutto il Mugello, il “Gran Mugello”.

E in realtà la magnificenza delle mie pretese era tale, per la magnificenza dell’occasione del Concorso “Latti da Mangiare” proposto, per la seconda edizione, dalla Storica Fattoria de Il Palagiaccio.

Ricordo bene che in quel frangente anche mia madre, non fu da meno a sostegno della mia autostima e mi disse al telefono: Un menù degustazione va bene mangiarlo, ma cucinarlo è tutta un’altra cosa!

Ecco e io, per non scompormi neanche un minuto, sono uscita e ho comprato una confezione di uova. Anzi due “che non si sa mai”.

Ambasciator, del Mugello, non porta penaAmbasciator, del Mugello, non porta pena

L’impresa non si rivelò ardua, tutt’altro. Più arduo, invece, fu lo smaltimento dell’infinito numero x di tuorli fritti “che non si sa mai”.

Ma appunto, nell’infinito numero x di tuorli fritti, trovato quello più bello tra tanti tuorli identici da rendere la scelta così selettiva quasi quasi a cercare ‘il pelo nell’uovo’, il prescelto ci fu: fu immortalato con tutti i crismi e iscritto al concorso.

E dopo sei mesi d’attesa, io e il mio tuorlo abbiamo ricevuto la comunicazione di essere tra i dieci finalisti e l’emozione fu tale che ci presentammo alla premiazione con tre giorni d’anticipo.

Non so com’è per i tuorli, ma io sono così.

E cioè, così poco abituata alla mondanità che, quando si presenta un’occasione precisa con tanto di appuntamento, io ho bisogno di arrivare in anticipo. Un largo anticipo.

Come il giorno del mio matrimonio. Che se non mi avesse prelevata da casa il fidato amico Paolo e trattenuta chiusa in macchina per i canonici quindici minuti di ritardo della sposa, io avrei aperto la Chiesa, celebrato la messa e detto si per me, per lui e tutti i presenti riuniti.

Ed in effetti l’emozione è stata la stessa anche quando ho varcato le porte del Castello di Scarperia e ho dovuto presentarmi: “Gambero Russo” in persona.

“Vedi un po’ il potere di un tuorlo fritto!Meglio di un apriti sesamo…” – ho pensato tra me e me, mentre giovani dame in abito medievale ballavano e sfilavano in un atmosfera antica. E poi c’erano gli sbandieratori e rulli di tamburo dappertutto.

Ecco i tamburi. Io li adoro, dai tempi della banda di Casoli.

Tutti sfilavano col proprio strumento, ma solo ai più forti e barbuti era dato in consegna il signor tamburo che mi faceva sobbalzare il cuore e l’asfalto sotto i piedi.

A Scarperia, invece, i tamburi li suonavano anche i più piccoli ed è un vero peccato non averlo saputo prima che la barba è solo facoltativa, che un tamburo l’avrei suonato volentieri anche io, nella banda di Casoli per far sobbalzare il cuore e l’asfalto sotto i piedi di chi mi guadava.

Ad ogni modo nel Castello mi sono messa subito alla ricerca di altre blogger e la fortuna mi ha assistito nel momento in cui davanti a me, si è fermata Alice.

Io, nei confronti di Alice, ho sempre avuto una profonda curiosità. Una curiosità ‘creativa’ la chiamo io: di quelle con cui si indovina l’immagine di una persona, che non si conosce, senza sbagliare.

E infatti l’Alice in persona davanti a me, era il calco perfetto dell’Alice immaginata, o forse il contrario, ma in ogni caso: una persona così piacevole e rassicurante da cui non mi sono separata neanche quando si è trattato di inerpicarmi sull’altura di una sedia da notabile toscano.

La visuale dal mio seggiolone medioevale è stata perfetta tutto il tempo della premiazione, meno che quando si è trattato di balzare giù con un colpo di reni perché il ‘Sor Fattore’ premia niente popò di meno ché addirittura un tuorlo fritto come secondo classificato!

Ecco l’emozione è stata tanta, ma soprattutto inaspettata. Che come disse mia madre, ‘sicuramente’ a sostegno della mia autostima: “Un menù degustazione va bene mangiarlo, ma cucinarlo è tutta un’altra cosa!”

E in effetti si che è tutta un’altra cosa, tanto che io e il marito dopo questo bel evento, siamo tornati a casa parchi e cauti, nelle nostre prodezze culinarie, meno che per le materie prime d’eccezione.

Così, nel desiderio di voler rivestire l’onorificenza gradita di Ambasciatrice del Mugello, mi sono data da fare e nella vasta possibilità di scelta dei prodotti ricevuti in dono, io ho scelto ancora una volta il Gran Mugello Ubaldino, il mio preferito.

Si tratta di un ‘cavallo di battaglia’ che non fallisce e che è bene rispettare in purezza perché tanto la qualità ce la mette tutta lui ‘Messer Ubaldino’, anche se non siamo in presenza di un tuorlo fritto!

Ricetta Cipolle gratinate alle noci e Gran Mugello Ubaldino

Ambasciator, del Mugello, non porta pena

Ingredienti:

  • 6 cipolle di forma schiacciata (taglia media)
  • 2 cucchiai di pangrattato
  • sale qb
  • olio evo qb
  • 4 cucchiai di Gran Mugello Ubaldino
  • pepe macinato fresco qb
  • 4 cucchiai di noci tostate e macinate

Ambasciator, del Mugello, non porta pena

Preparazione: 

  • Pulire le cipolle e scavare un incavo all’interno.
  • Tritare la parte interna delle cipolle insieme alle noci
  • Aggiungere olio, sale, pangrattato e Gran Mugello,
  • Riempire le cipolle con il composto preparato
  • Spolverare nuovamente con il Gran Mugello, pepe
  • Aggiungere un giro d’olio e delle foglie di salvia fresca,
  • Infornare a 130 C° con forno combinato + grill 
    Ambasciator, del Mugello, non porta pena

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12 thoughts on “Ambasciator, del Mugello, non porta pena

  • Ciao bella fanciulla che lasci intravedere larghi sorrisi tra le tue splendie foto! Sai che oltre alla tua consueta dolcezza mi par di scorgere un certo “sciupamento” della figura?! E’ dunque forse giunto il momento di mettermi a correre anch’io dietro agli 87 di Roma per riuscire a sortire il medesimo effetto o come meglio spero, sei ritornata all’aria buona della tua cara campagna ed i tuoi ritmi si stanno via via normalizzando?
    Spero caldamente nella seconda. Quanto alla tua ricetta (perfetta almeno quanto l’uovo fritto) sai che molto si avvicina ad una mia che ogni tanto, messeri permettendo, mi piace d’infornare? E l’aggiunta delle noci già mi mette l’acquolina in bocca.
    Ti abbraccio forte

    • Eccomi cara!Anche io noto che l’87 è il miglior nutrizionista che potessi incontrare… anche se io l’87 non l’incontro mai, ed è questo il segreto del mio ‘sciupamento’ in effetti. 🙂 Si questa ricetta andava fatta e siccome mai bottino di formaggi fu più prezioso e le noci praticamente le trovo sotto i piedi, eccomi qua.
      Chissà cosa direbbe Freud del fatto che le noci fossero in un porta uova? Ah il potere del tuorlo fritto imperversa ancora!:-)

      • Non so cosa avrebbe detto, ma io,a dirla tutta quel porta uova te lo avrei rubato molto volentieri (insieme a qualche altro oggettino sparso qua e là), noci comprese…e forse ci avrebbe fatto internare entrambe!!
        A prestissimo bella mia! 😉

  • Qui vedo non solo noci che mi ricordano nocciole che viaggiano in pacchi assieme a farine e bottiglie, ma vedo anche un continuo intreccio di fili che uniscono e accomunano: un premio ( meritato che guai a loro se non ti avessero dato) di un luogo che ho vissuto e amato per tanto, manie di puntualità che spesso non aiutano nemmeno la sottoscritta, invasettamenti di melograni che mentre li facevo pensavo giusto alla tua insalata e cestini un po’ retrò ma mai così uguali!
    Nel mezzo di tutto questo nodo mi faccio spazio e ti mando un abbraccio e un applauso forte e chiassoso … di quelli da mani rosse congestionate 🙂
    ps: ultimamente un premio te lo darei anche per le foto … sono di volta in volta sempre più belle.
    Buona settimana gamberetta e a presto

    • Martina!!!!!!Ma sapessi come ti sto abbracciando forte anche io!!!Quando ti ho vista alle prese con i melograni ancora in cassetta e poi li ho ritrovati nel vasetto di conserva, un bel sorrisone si è fatto spazio tra le mie rughe d’espressione (chiamiamole così va!):-D è vero di questi tempi more e nocciole precedevano di gran lunga noci e melograni… a questo punto urge nuovo ‘scambio culturale’ al più presto!;-) ma veramente ti ricordi di quell’insalata?perché io oggi i melograni, e i tuoi vasetti sarebbero perfetti, li ho sperimentati con delle polpette norvegesi, che ogni tanto ci stanno bene anche se ultimamente somiglio di più ad una vegetariana che a un’onnivora 🙂 Ad ogni modo ci credi se ti dico che mai come quest’anno le foto ‘arrivano da sole’… e i post si improvvisano anche loro come si auto scrivessero… anche io mi chiedo come sia possibile… giuro!Ad ogni modo mi fa sempre un gran piacere stare qui a chiacchierare con te, grazie mille bella bimba!

  • ci son volte che a commentare non so che dire, cioè commento la ricetta? Si, bellissima, ma non è quella che mi porta a passar di qui ogniqualvolta fb mi avvisa che c’è un nuovo articolo. Commento il racconto? Suvvia è un blog di cucina, il racconto è a contorno, così si usa almeno… Commento e basta, che è buona educazione quando si gode dell’altrui scrittura e bellezza lasciare un “grazie, è stato bello passar di qui”.

    • Lara grazie e tu non sai che bello accoglierti ogni volta!!!Mi fa piacere sentirti dire che ti piace passare di qua, in realtà a dirla tutta io ti accoglierei ancor più volentieri qui a casa per conoscerti e chiacchierare senza limiti di tempo 🙂 Ti abbraccio forte e grazie ancora!

  • Mi sa che te lo avevo già detto – se cosi fosse, prego di portare pazienza, esattamente come si fa con le signore anziane, quelle che in fila dal dottore hanno sempre qualcosa da dirti- uno dei tanti negozi Palagiaccio ce l’ho sotto casa a Firenze e le sue vetrine mi attraggono più di quelle di un negozio di scarpe in saldo. Credo di averci comprato di tutto a giugno e forse ancora di più lo scorso natale visto che avevo la scusa del “sto allattando, ho bisogno di energia”. Ci comprato cosi tante cose che qualcuna me la sono addirittura riportata in Canada di “contrabbando”, di tutto, ma non l’ Ubaldino…. o come é possibile?!?! Non che abbia la presunzione di saper friggere un uovo io, ma con quelle cipolle ci potrei provare. Sono cosi belle che sembrano un quadro!

    • Bella Margherita ma certo mi ricordavo di questa tua fortuna nell’avere addirittura sotto casa il mondo delle delizie del Mugello e a questo punto, da ambasciatrice e perdonami i toni solenni che si confanno a certe disquisizioni, 😉 secondo me quel messere dell’Ubaldino tu dovevi assolutamente assaggiarlo!Perché lui ha un’apparenza gentile grazie al colore madreperlaceo del formaggio a pasta cruda, ma poi si rivela pungente e ammiccante come chi sa prenderci di sorpresa 😀 Insomma come si dice nella Capitale: “sa da provare!”
      Insomma provvediamo subito ad una spedizione oltreoceano o, perché no, anche un rientro in Italia per giusta causa e io potrei arrivare di persona per consegna porta a porta!;-) Un bacio gigante
      ps delle volte dimentico il fuso e quando vedo un messaggio in orari particolari, sorrido e capisco a volo che sei tu 🙂 e mi piace sempre!

  • Entro e saluto: Buonasera! 🙂
    Inutile dire che oramai vengo qui’ per leggerti perché mi piace tanto come scrivi, sei molto divertente, poi vengo per guardare le fotografie e per mangiare con gli occhi qualcosa di buono. 🙂
    Ma forse, più di tutto, mi piace il fatto che mi fai quasi sempre sorridere, se non ridere addirittura!:)) È questo star bene che mi fa tornare sempre da te e questo te lo devo dire. 🙂
    Ti mando un grandissimo abbraccio e me ne vado con un sorriso,
    Ulica 🙂

    • Oh Ulica allora te lo posso dire che io da quest’altra parte ti aspetto sempre, per mangiare insieme a te qualcosa e per ridere insieme 🙂 e raccontarti veramente e accoratamente tutto quello quello che poi alla fine si rivela sempre una gran commedia. 🙂 Sono felice di prendermi questo merito di farti stare bene 🙂 e spero di riuscirci ogni volta da tenerti con me più a lungo, se si può!;-) allora io ti aspetto col sorriso e a braccia aperte per i nostri soliti abbracci!:-)

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