‘Nel tempo ritrovato’: il tempo distillato delle noci

Zappare, piantare, cimare, concimare, seminare e raccogliere: da qualche settimana questo è diventato il mio ‘lessico familiare’ e il ‘verbo’ della cucina ha lasciato il posto a quello della terra.

Coltivare è un’operazione non molto diversa da quella del custodire: aver cura e controllare da vicino il ‘frutto’ (nel vero senso della parola) del proprio lavoro offre la possibilità di verificare giornalmente la certezza subitanea di un’amorosa corrispondenza tra uomo e natura. Così, nella magìa della dimensione verde, mi approprio di una nuova condizione temporale che stupisce e rigenera per la sua stessa corrispettiva e contraria a-temporalità: benvenuta ebbrezza fascinosa di certi dis-orientamenti!

Mi ritrovo la mattina a dare il mio ‘buongiorno’ a tutto il giorno scrutando gli alberi e aspettando il ‘loro’ tempo: il tempo dei gelsi cede il passo a quello delle albicocche e dei lamponi; i fichi strizzano l’occhio a un tempo più in là; il noce è già in tempo per distillati e liquori ma rivendica il suo tempo autunnale per la raccolta del frutto.

 

Così mi accorgo che bello sarebbe sposare questi tempi rinunciando definitivamente a quelli ‘irrispettosi’ della solita quotidianità e, con l’autorità di un nuovo vocabolario, ristabilire il primato dell’ausiliare ‘essere’ su quello dell’ ‘avere’ (che poi di fatto ‘aiuta poco’); immagino –così-  di poter rispondere alla scadenza che incombe: “non è tempo di arrivare”; o allo scocciatore impertinente che chiede se ‘ho tempo disponibile’, poter rispondere che non ne ‘ho’ perché non ‘è’ ancora arrivato il mio tempo… di produrre, di ‘fruttificare’, insomma di rispettare il tempo irragionevole altrui!

Ecco indubbiamente se si arriva a tanto, questo significa che una metamorfosi è avvenuta: la terra mi ha concesso una nuova ‘corteccia’ con cui sentirmi più forte, o semplicemente protetta, e io in cambio devo solo ‘mettere radici’ per dimostrare la mia fedeltà…chissà!Succederà? Forse ci ‘sarà’ un tempo anche per questo? Per il momento me ne vado per i campi, con un’identità silvestre in prestito e zolle di terra sotto i sandali, felice di non saper più chi sono!

Alla ricerca del mio tempo ideale ne individuo uno che avrei voglia di ‘imitare’: il  tempo lungo della macerazione per distillare l’essenza intima delle cose. L’imminente data del 24 giugno porta consiglio e così scelgo il noce: una storia antica racconta che nella giornata di S. Giovanni si concede a un’unica donna, la più esperta, il compito di scegliere le noci più tenere a essere trapassate da uno spillo; è da queste che, secondo tradizione, si ricava il liquore del nocino. Ed ecco che allora mi fingo una noce dal mallo ancora verde e profumato e mi lascio conservare al sole, per distillare solo ciò che di buono posso convertire in sfacciataggine e sregolatezza alcolica!

 

 

 

 






 

 

 

 


La ricetta riportata qui di seguito è quella del nocino secondo l’antica tradizione dell’ordine del nocino modenese (www.ordinedelnocinomodenese.it)

Ingredienti: 1 litro di alcool 95°; 700-900 gr di zucchero (di canna, io); 1 Kg di noci (33-35 noci circa a seconda della dimensione ma sempre in numero dispari). Le noci devono essere rigorosamente di provenienza locale e prive di qualsiasi trattamento. Esse inoltre devono essere, così come indica la tradizione, raccolte nel periodo a cavallo della festività di S. Giovanni battista. La giusta consistenza della noce va valutata forandola con uno spillo e/o verificata visivamente spaccandola a metà con un coltello.

Facoltativi: chiodi di garofano e cannella in minime quantità e dosati in modo tale che l’aroma prevalente nel liquore sia sempre quello della noce e che il bouquet complessivo che si crea risulti armonioso.

Procedimento:  le noci, una volta raccolte, devono essere tagliate in 4 parti e riposte in un contenitore di vetro (privo di guarnizioni di gomma) insieme allo zucchero. Dopo averle conservate al sole per 1-2 giorni e mescolate periodicamente, le noci sono pronte per essere addizionate all’alcool e agli eventuali aromi. Il prodotto così ottenuto dovrà essere posizionato in una zona parzialmente esposta al sole, saltuariamente aperto e rimescolato, e filtrato non prima di 60 giorni. Si consiglia di effettuare l’imbottigliamento in contenitori di vetro scuri (la mia scelta) e/o affinare il prodotto in botticelle di legno. E’ possibile scegliere sia legno di rovere che di castagno a condizione che la botticella sia stata adeguatamente trattata prima dell’utilizzo. La conservazione del nocino deve essere effettuata in un luogo fresco e per un tempo minimo di 12 mesi se si desidera apprezzare a pieno tutte le caratteristiche organolettiche di questo liquore.

Dopo aver ‘imbottigliato’ un po’ della beatitudine di Bacco propongo l’ebbrezza della sosta e lasciando a digiuno, per la durata di un post, i visitatori più ‘golosi’ dedico ‘il tempo delle noci’ a diventar liquore, a quanti hanno voglia di appendere al chiodo l’orologio e accontentarsi di guardare le nuvole.

 

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9 thoughts on “‘Nel tempo ritrovato’: il tempo distillato delle noci

  • Innanzitutto grazie per aver condiviso con noi ricetta e immagini di vita e natura… sai che io non avevo mai visto le noci ancora non mature? verdi così… oddio che vergogna ma è la verità.. io sono una cittadina che quando rincasa resta anche 1 h in giro per trovare parcheggio quindi sono proprio su un pianeta diverso.. purtroppo aggiungo.. l’unica cosa che mi fa un pò sognare è il mio terrazzo dove cerco di “coltivare” (parolone molto grosso).. piccolissime piantine aromatiche, pomodori e fiori.. piantare qualcosa nella terra oppure cogliere le noci da un albero e poterle lavorare in questo modo sarebbe proprio un sogno.. posso solo dire -che meraviglia!- buona settimana :*

  • Valentina
    che bello!lieta di aver fatto, senza saperlo, una cosa del genere!:-)

    Franci e Vale
    direi che può essere un buon inizio 😉

    Chiara
    questa è una di quelle ricette per le quali occorre risentirsi sull’argomento almeno a Natale… per l’assaggio 😀

    Pola M.
    Felice ti piaccia!

    Federica
    in effetti delle volte occorre imporsi una pausa, altrimenti il tempo di fermarsi non arriva mai… forza dai se ti è possibile sbalordisci tutti e fermati… anche solo per goderti la faccia di chi non se l’aspetta! 😉

    Simona
    Sai per me questa situazione è stata un’assoluta novità un po’ venuta per caso e un po’ assecondata… purtroppo a breve terminerà e ricomincerò anch’io a spendere 1h sotto casa per il parcheggio 🙁 ma ho capito che certe fughe senza allontanarsi troppo, sono ricostituenti! Mi fa piacere averti presentato una noce nel suo momento ‘verde’ 😀

    lizzy’s
    Ciao cara, in effetti siamo così poco abituati che è difficile fermarsi di colpo e imparare tempi più lenti 🙂

  • Il nocino ha un sapore e un profumo molto corroborante,non avrei mai immaginato che le noci non ancora
    mature potessero produrre un simile nettare.
    Per sperimentare……. bisogna avere un albero di noci in giardino, tanta
    pazienza, e tanto amore.
    Complimenti, perchè tu hai tutto.

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