Quattro uova alla pizzaiola per un quattro in matematica…

Quattro uova alla pizzaiola per un quattro in matematica...

Ultimamente chiacchiero di tante cose e di tanto chiacchierare le parole sono diventate ‘capitoli’ e, senza che io me ne accorgessi, ogni capitolo ha preso ad inseguirne un altro generandone ogni volta, uno nuovo. Ecco è andata così.

In questo modo allora, dalla ‘Chanson di Roland’ è venuta fuori la storia delle melanzane che son finite nella pasta al forno. Quest’ultima è appunto uscita dal forno in un giorno di febbre, tanto simile a quella dei miei trascorsi ‘innamoramenti’. Di questi, poi, avevo fatto censura insieme ad una torta di mele, riposta nel capitolo quattro. Quattro appunto… e dicevo del quattro che era esattamente il voto che avevo in matematica. Come quattro era il numero di uova che la Sig.ra Maria mi regalava, per il quattro in matematica.

Quinto capitolo: sulla ricorsività del “quattro”

La matematica è il triste ‘capitolo’ del faticoso percorso verso la mia autostima: vani gli incoraggiamenti dei miei insegnanti verso il ‘segreto’ dei numeri. E si che i numeri per me di segreti ne hanno sempre avuti tanti, forse troppi: quasi quasi delle incognite. Tutte irrisolte, almeno per me.

Questo ovviamente era un problema, soprattutto nell’età in cui pensavo che possedere la genialità intuitiva dei numeri mi avrebbe reso più interessante agli occhi degli altri o, semplicemente, più capace di cogliere le situazioni a volo… pensavo.

Nell’impresa di cercare la mia disinvoltura con i numeri, i miei non erano molto d’aiuto pur tentando la strada di una soluzione possibile, con due tecniche distinte.

Mio padre, ad esempio, usava un ‘terrorismo di maniera’ così paralizzante che, mi portò presto a fingere benissimo di capire tutto ciò che continuavo a non capire, se non altro perché dei due almeno lui fosse soddisfatto del risultato.

Mia madre, invece, aveva un suo modo molto affascinante e profetico allo stesso tempo: con i toni comprensivi e fiduciosi di una cartomante, mi assicurava che prima o poi i numeri si sarebbero rivelati a me per mezzo di un’intuizione pura a priori! “Tutta questione di tempo”, diceva. Bastava semplicemente che io attendessi il giorno in cui avrei risolto un problema e i segreti della matematica, tutta, si sarebbero rivelati a me nello stesso istante.

Io trovo ancora oggi in questa tecnica il suo fascino potenziale, se non fosse per il fatto che il momento della rivelazione non è mai giunto e in un certo senso, io, ancora l’attendo.

Per ovvie ragioni i quattro in matematica continuarono a moltiplicarsi, ma ahimè mai per il loro doppio: restarono sempre e solo tristi quattro che la mia vicina di casa prese a consolare con il dono di quattro uova.  Tutto diventò banalmente ‘matematico’: scendere dall’autobus, salutare la Sig.ra Maria e ricevere da lei quattro uova come cordoglio per il quattro in matematica. 

Quasi quasi un’equazione perfetta quella del quattro, che ha cominciato a stare al compito in classe come quattro stava al numero di uova che avrei ricevuto in cambio.

E allora ogni volta che questo succedeva, le uova fresche scendevano confortevoli nel sughetto dolce alla pizzaiola della nostra cena e tutti, tacitamente, sapevamo che il mangiarle era merito di un numero così ‘perfetto’ da assicurare ad ognuno di noi il suo uovo nel piatto.

Così, quando l’altro giorno la mia nuova vicina di casa, in campagna, mi ha regalato – fatalità! – quattro uova, mi è sembrato giusto onorarle nel sughetto alla pizzaiola e, secondo l’uso abruzzese di sottolineare il tutto con la nota dolciastra dei peperoni verdi, mi sono adoperata perché non mancassero tutte le sfumature del caso, aggiungendo l’effetto scenografico dei fili di peperoncino a fine cottura.

E se la storia del quattro in matematica è permutata nel cinque del quinto capitolo, quale potrebbe mai essere la storia o la ‘parola chiave’ del sesto?

Quattro uova alla pizzaiola per un quattro in matematica...

Ricetta uova alla pizzaiola

Ingredienti : 4 uova; pomodori san marzano (io ho utilizzato gli ultimi pomodori di stagione che ho comprato da Rolando un bel po’ di tempo fa, in alternativa però in questo periodo andrà bene anche una confezione da 250 gr di pelati); 1 peperone verde di grandezza medio piccola tagliato a listarelle e privato dei semi; 1 spicchio d’aglio; origano secco qb; 2 cucchiai di olio evo; sale e pepe qb; fili di peperoncino facoltativi.

Procedimento: in una padella riscaldare l’olio con lo spicchio d’aglio e il peperone, quando comincerà a sfrigolare versare il pomodoro, salare pepare. Non appena il sughetto comincerà a ritirarsi aggiungere le uova distanziandole una dall’altra. Attendere la cottura delle uova, salarle e peparle. Spolverare il tutto con l’origano. Appena le uova saranno cotte aromatizzarle con fili di peperoncino o con un pizzico di paprica piccante.    

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16 thoughts on “Quattro uova alla pizzaiola per un quattro in matematica…

  • Se avessi mangiato uova per i tutti i 4 (o i 2…) che ho preso in chimica e matematica, sarei stata la regina delle frittate e avrei avuto una gallina personalizzata ancora prima dei gatti! 😀
    Lo spirito da narratrice che è in te si muove bene tra i capitoli e un bravo scrittore si proietta sempre in avanti, nella nuova storia che avrà da raccontare… un po’ come a noi succede anche in cucina e con i blog, facciamo una ricetta o prepariamo un pasto (e un post!) e già c’è la voglia di passare a quello successivo!
    I fili di peperoncino sono fotogenici come quel bricchetto… e io che mi sono nutrita da bambina di uova del contadino che abitava vicino a mia nonna (anche crude, mangiate con un pizzico di sale e la rosetta intinta) riconosco che quelle della foto sono proprio genuine e campagnole, fatte e subito prese! I bei dettagli… 😉

  • È molto bello sapere che esistono altri blog dove la scrittura e il racconto assumono una certa importanza. Ti fa sentire meno sola e ti regala 5 minuti di buona lettura e un’idea valida per la cena.Un abbraccio da una che il 4 in matematica se l’è portato fino alla maturità. Si, quella scientifica. Francesca

  • Mi associo a Francesca qui sopra, che pure io i quattro in matematica, i 3 in chimica, gli altri 4 in fisica me li sono portati fino alla maturità scientifica, continuando a chiedermi perchè cavolo non avessi scelto il liceo artistico dopo le medie, che era decisamente più nelle mie corde. Un po’ come adesso, quasi in un movimento opposto, mi chiedo che cavolo ci sono stata a fare 5 anni al DAMS invece di studiare erboristeria 🙂
    Mi siedo a mangiare con te e aspetto il sesto capitolo, che sinceramente credo mi sorprenderà, che stavolta non hai dato molti indizi…o è forse da noi che li vuoi? E se raccontassi di come dai 4 in matematica sei arrivata dall’altra parte della cattedra?
    E altra domanda…ma quei rametti verdi lì sulla pizzaiola non sono mica d’origano, sbaglio c’è un ingrediente segreto che ci hai nascosto? Si chiama mica pimpinella?
    Baci!

  • la matematica.. non so spiegarmene bene il perché, ma io in matematica sono sempre andata benissimo.. e non la studiavo nemmeno! non so, era proprio una roba che mi veniva fuori naturalmente, senza che io facessi il minimo sforzo.. un fenomeno piuttosto inspiegabile, come se avessi fatto un viaggio extra corporeo ritornando con la matematica nel dna.. come quelli che cadono in stato di trance e parlano una lingua sconosciuta, per un periodo della mia vita sono stata come “posseduta” dal genio della matematica… infatti non ho mai studiato, pur ottenendo ottimi risultati, e tutti a casa si chiedevano come fosse possibile… e così è andata finché la matematica ha fatto parte dei miei piani di studio, per poi felicemente abbandonarla e dedicarma a tutt’altro genere, io che ho sempre inseguito le lingue straniere, sognando un futuro da giramondo.. il risultato finale ti tale sorprendente predisposizione fanciullesca si vede, perché -non avendola mai studiada perdavvero-, non mi ricordo praticamente nulla e oggi come oggi altro che quattro uova rimedierei!
    mi piacciono da matti questi tuoi capitoli, e devo dire che la tua saggia mamma ci aveva visto lungo.. “è tutta questione di tempo” infatti la matematica ti si è rivelata all’improvviso in tutto il suo affascinante spendore.. anzi, più che la matematica… il matematico! dimmi tu se non aveva ragione la tua mamma… 🙂

  • Cara Laura, io sono quella del 3 in fisica – 3 su 20 però, sistema francese oblige. Devo aggiungere altro? Devo forse svelare che tra le “notes” del telefonino ne ho una con la formula delle percentuali? Mi fermo qui, è meglio. Anzi, no: perché il bello di tutto questo è il tuo romanzo ed ogni suo capitolo. Aspetto il prossimo, che sia il sesto, l’ottavo… Non importa, basta che ci sia! Un abbraccio 🙂

  • Francesca P.
    Cara Frà, e si che forse tutto quel colesterolo che circola indisturbato nel mio sangue potrebbe trovare la sua ragione proprio delle uova del fatidico 4!E comunque questo ‘4’ qualche noia me la da ancora… nel senso che temo sarà ricorsivo anche nel prox capitolo… c’è una strana dissociazione tra i numeri dei capitoli che avanzano e avanzano a dispetto dell’immobilità numerica dei miei intoppi!:-)

    Francesca
    Benvenuta allora qui e nella ristretta elite del 4 in matematica 🙂 io poi alla fine di questo 4 ne ho fatto un motivo di orgoglio quando mi sono rivolta al mondo delle parole così versatili ai giochi di prestigio… e ho appunto detto che per coerenza amando le lettere avrei dovuto prendere posizione contro i numeri 🙂

    Claudia
    Claudia cara, il tuo occhio è abilissimo a riconoscere erbe… e in effetti di pimpinella si tratta ma devo dire per onestà che la sua presenza è stata per lo più decorativa 🙂 mentre so che in genere è fondamentale soprattutto per piatti di carne e se vogliamo dirla tutta pare sia perfetta per la ricetta del coniglio all’ischitana… ma tu sicuramente avrai anche altre varianti vegetariane altrettanto gustose, lo so!Quanto al passaggio dall’altra parte della cattedra anche quella è una storia interessante soprattutto per la sua comicità… che ha dinamiche simili a quelle che ancora oggi quando ordino un moijto e poi mi tocca bere qualcos’altro 😉 insomma tu sai quanto io possa essere ‘buffa’ dal vivo 😀

    Barbara
    Barbara, ma lo sai che io non ci avevo pensato?in effetti mia madre non aveva tutti i torti e se penso all’incontro con il matematico c’erano anche lì dimezzo i numeri e alchimie poco comprensibili per me che non so far di conto e che portarono alla nostra conoscenza 🙂 Tutto sommato anche questa sarebbe una storia che mi piacerebbe raccontare
    😉 e che penso potrebbe presto uscir fuori dalla curiosa piega di questi racconti senza filo d’Arianna. Un bacio grande!

    Donatella
    cara mia allora prometto di esserci 🙂 quanto alla matematica non mi dici nulla di strano, non sai che pena fare medie o proporzioni davanti alla bilancia quando ho bisogno di calibrare una ricetta!:-) Un bacio e al prossimo capitolo!

  • Mi piace come le parole si siano prese spazio qui dentro, di come si siano “rilassate” 🙂
    La matematica ha avuto lo stesso impatto disastroso sulla mia adolescenza e i miei genitori avevano modi molto simili a quelli dei tuoi.
    Mio padre per lo meno, mentre mia madre il più delle volte nicchiava mostrando così la sua personale allergia ai numeri.
    Io aspetto il sesto capitolo…chissà se ho intravisto la parola nascosta…

  • Io mi chiedo perché mai abbia scelto il liceo Scientifico. Alla luce di quello e un maledetto esame di statistica all’università io ancora ho problemi con ml, dl e e tutto il resto. Prima di avere un telefono tecnologico ho fatto diverse telefonate alla mia amica Serena, geniettto di numeri e grafici. Con 4 uova così la cosa importante non è saper fare i conti, ma saperle mettere in padella e farle diventare MERAVIGLIOSE! Ad educazione artistica con questa padella di uova che sembra un quadro avresti preso 10!

  • Impossibile non subire il fascino di questo quarto capitolo… La matematica mi è sempre piaciuta, a scuola mi divertivo a fare compiti extra perchè per me gli esercizi erano come un gioco, un enigma da risolvere. Con l’arrivo all’università e percorrendo la strada scientifica la matematica ha perso il suo fascino, forse perchè troppa e tutta insieme, ma ancora oggi amo il rigore matematico e l’estetica dei numeri e delle equazioni. Ancor di più amo questi giochi di numeri in cui un numero è ricorrente, come in questo post! Poi un piatto come questo sarei capace di mangiarlo tutti i giorni e chissà che buone le uova della tua vicina 🙂

  • Manuela
    Cara Manu, qui dentro le parole hanno addirittura allargato le ‘pareti’ di casa… hai notato?:-) Quanto alla parola chiave, si c’è ma è ben nascosta perché ormai il filo dei racconti si muove per associazioni così fortuite che è difficile riuscire ad intravederne il seguito… e ancor di più un finale 😀 allora ti aspetto al sesto!

    Margherita
    Pensa Margherita che io ho preferito il greco e il latino per scampare il pericolo della matematica e nonostante tutto mi pesavano quelle due ore non sai quanto!Quanto a storia dell’arte in effetti ho cominciato ad amarla se non addirittura a preferirla alla letteratura, all’università quindi il tuo 10 per me, in questa materia, è un voto assolutamente gradito!;-)

    Virginia
    Ma io lo sapevo che tu eri un genietto in matematica, l’ho capito nel momento in cui hai proporzionato il licoli perché io trovassi il giusto bilanciamento con la tua focaccia di mele 🙂 l’avevo capito subito subito e poi c’è una limpidezza cristallina quando provo ad immaginare il tuo personaggio che secondo me ha a che fare con i numeri… mi spiego meglio, per qualche strana ragione le persone che padroneggiano i numeri mi hanno sempre trasmesso una certa serenità e questo in effetti mi arriva ogni volta che ti manifesti o che ti leggo… e ora ho capito perchè!;-)

  • Questi capitoli, che prendono il piede quasi da soli ci piaciono, sai!? 🙂 Lettura leggera, 5 min rubati dalla frenesia dalle -tuttelecosedafare- e i ricordi che passano come il treno davanti. Da noi c’è un sistema un pò diversa, ma senza precisare i numeri, in matematica mi sentivo un alieno.. per poi fare i compiti a casa con mia mamma che ha master in matematica superiore e poco senso educativo.. perchè i numeri in matematica sono così ovvi!!!.. eh..
    E poi le tue ricette. Sembra che parlassero quasi da se. Genuine, che si vedono solo dalle foto dai ingredienti, ti fermi anche se correndo hai intraveduto due uova fresche con solo angolino del’occho. Così come ti fermi al banco in mercato davanti al contadino che ha portato solo due verdure, ma quelle boooone! 🙂
    Bello e buono questo post. baci!

  • Gelmina
    Ciao cara Gelmina, mi fa piacere sapere che la lettura dei capitoli ti appassiona 🙂 anch’io ho sempre pensato che i numeri hanno la presunzione dell’ovvietà… ma questo non è del tutto chiaro per chi come me ama i ‘voli pindarici’ e geometrie anarchiche 🙂 Quanto alle ricette ultimamente provo a cucinare tutto ciò che arriva in modo inaspettato dagli altri: Rolando, la mia vicina e tutti quelli che chissà perché ultimamente riempiono la mia borsa di tutto un bene che non va sprecato. UN bacio grande!

  • Visto che di cucina non ci capisco niente, o meglio capisco quando una cosa è buona come quelle che proponi, voglio almeno farti i complimenti per il corredo fotografico che trovo veramente di ottima qualità.
    Maurizio.

  • Cara Laura, adoro leggere le tue storie, anzi i tuoi racconti impastati con una magia quasi da favola, soprattutto il sabato mattina: quando il vuoto dagli impegni lavorativi fa emergere in fondo all’anima un filo di tristezza apro il tuo blog, e devo dire che non mi deludi mai.. Sei all’ altezza di una Simonetta Agnello Horby!!

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