Giorni da interni

ciambellone

Con l’inaspettato arrivo di una settimana di pausa e di tempo libero, non ho avuto dubbi sul da farsi, sbrigato e risolto in due rapide mosse: riempire il frigo e chiudersi in casa. 

‘Giorni da interni’

Adoro i ‘giorni da interni’: al riparo del ‘fuori’ e ‘dentro’ babbucce di lana per saettare lungo il corridoio, a destra e a manca tra una stanza e l’altra. Il giro di ricognizione in genere è breve e sempre lo stesso: utile per lo più a sorvegliare il rassicurante stato immobile delle cose e rimandare tutto ciò che è ‘là fuori’ a data da destinarsi.

Così prima di questo momento, l’unica questione da risolvere è stata la corsa al supermercato dietro l’angolo, per riempire il carrello di tutti quei beni indispensabili ad una vacanza intima e ovattata tra le pareti domestiche. 

In questi casi il mais da pop corn è fondamentale se si è cultori di un cinema gratuito e casalingo, ma anche rigorosamente a tema: come quei films in cui l’avventura dei personaggi si consuma tutta in ‘storie di interni’, mentre ‘fuori’ è in atto una tormenta, un’epidemia o un’invasione di mostri.

Volendo anche anticipare l’arrivo del Natale, oltre all’idea di viverlo subito nel giusto clima, è stata necessaria una provvista eterogenea di formaggi puzzolenti e stagionati per nobilitare le cene da asporto sul tappeto o sul divano. Ma soprattutto c’è stato un gran bisogno anche di mandarini e castagne per respirare il sapore buono dell’inverno, là fuori, anche ‘dentro’ dove esattamente siamo stati noi per tutto il tempo. Ognuno attende il Natale come può e da noi è sempre arrivato così. 

A questo punto nell’ipotesi remota di un’incursione esterna di amici e parenti stretti, sempre in agguato là fuori, può essere utile assicurarsi un’arista di maiale per due motivi: il primo, per scongiurare un’uscita imprevista da casa, il secondo per assicurarsi una cena della massima resa con il minimo sforzo e trenta minuti di cottura. 

Riempito il frigo è finalmente possibile chiudere i battenti a tutti gli scampanellatori di turno, purché non manchino le uova per il ciambellone delle colazioni da inzuppo. 

Io veramente non bevo latte, ma in questi casi non posso esimermi dall’operazione felice di un tempo trapassato e remoto del ciambellone che si re-idrata in una zuppa di caffè e latte.

storie di interni

castagne

arista di maiale

platani

ciambellone

ciambellone

Il ciambellone della ‘Piccola Antoci’

In questi casi il ciambellone è sempre quello della piccola Antoci che, a cadenza annuale, assaggiavo nel breve tempo dell’intervallo della ricreazione per festeggiare il compleanno della mia cara alunna: Antoci di cognome e all’appello della prima ora, la ‘Piccola Antoci’ per me e per una simpatia mascherata a fatica.

Per entrare in possesso della sua ricetta ho dovuto aspettare i cinque anni di onorata carriera liceale della piccola suddetta più un’esame di maturità, perché in mezzo a tanta letteratura si potesse finalmente cominciare a parlare anche di cucina. 

Si tratta di un ciambellone da dispensa e cioè ‘da interni’, per chi non l’avesse ancora capito, come i giorni che preferisco. 

castagne

ciambellone

Ricetta del ciambellone ‘da dispensa’ della Piccola Antoci

Ingredienti: 

  • 4 uova
  • 200 gr di zucchero
  • 125 ml di latte tiepido
  • 125 ml di olio di semi di girasole
  • 375 gr di farina
  • 1/2 bicchiere di latte
  • 1 bustina di lievito in polvere per dolci (io Bartolini)

Procedimento: 

  • Preriscaldare il forno a 180 °C
  • Montare le uova con lo zucchero finché non si ottiene un impasto spumoso
  • A questo punto aggiungere latte e olio e alla fine la farina
  • Dopo aver ottenuto un impasto liscio e omogeneo aggiungere il lievito sciolto in mezzo bicchiere di latte
  • Infornare a 180 °C in una teglia da 2o o 22 cm, precedentemente imburrata e infarinata, perché il composto non aderisca troppo alle pareti dello stampo
  • Sfornare dopo 1 h circa.

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4 thoughts on “Giorni da interni

  • Anche io ho il mio ciambellone da interni…è quello della zia Maria,sorella di nonna Gina, che abitava alla Fornace, che non ho mai capito come potesse essere così buono… aveva un sapore così particolare che non sono mai riuscita a identificare… forse era anche il sapore della “gita dalla zia”, che voleva dire gioco nel pollaio, nascondino tra le balle di fieno, corse lungo i campi in discesa e tanti graffi sulle gambe….
    Io adoro i giorni da “interni”, così come il mare d’inverno…solo che se con le babbucce saetto lungo il corridoio, sicuro inciampo e me spacco un femore… quindi meglio se me piazzo ferma in cucina a spadellà…
    Adoro i giorni da “interni” perchè stai col pigiamone felpato e i calzettoni di lana sopra i pantaloni, per coprirsi ancora di più e non far passare nessuno spiffero..
    Adoro i giorni da “interni” perchè metti la pentola dell’acqua sul fuoco non per buttare la pasta ma per farti litri e litri di tè nero, verde, rosso o blu….
    Adoro i giorni da “interni” perchè prepari un pane, lo metti in forno e aspetti, aspetti, aspetti, sorseggiando il tuo tè, tutta arrotolata dentro la coperta di pile sul divano,mentre fuori incombe la tempesta apocalittica..
    Tu però nun te stravaccà tanto,perchè sicuro dietro qualche cespuglio ce sta la sottoscritta (che non amam particolarmente il latte nemmeno lei), che si imbuca e ti frega una fetta di ciambella, anche solo per vedere se la ricetta della ‘piccola Antoci’ è buona come quella della zia mia…

    La luce meravigliosa e chiara di queste foto è come l’aria fredda delle mattine di inverno, che pulisce tutto… hai presente quel freddo secco che però è pulito e ti rischiara anche i pensieri? Ecco… queste foto per me sono così ….
    Grazie mille Lauretta..
    Tanto un’imbucata la si aspetta sempre vero?
    Buona serata
    Manù

    • No Manù fidati, se saetti con le babbucce lungo il corridoio pattini ‘na meraviglia, non puoi inciampare… serve solo un’infanzia d’allenamento 😀 Io non riesco a togliermi il vizio: ma in realtà ‘vizio’ lo chiama mio marito perchè io mio padre mia madre e mio fratello lo chiamavamo ‘divertimento puro’ e anzi abbiamo pure organizzato gare ad un certo punto.
      Non so perchè ma sono certa che il ciambellone della Piccola Antoci sia lo stesso di zia Gina, tu dopo aver spiaggiato la banana sul famoso cake, dimmi cosa pensi pure di questa ricetta!
      Io i giorni da interni li adoro e fortunatamente li adorano pure il gatto e il cane, con i quali ottengo sempre la maggioranza quando mio marito mette ai voti un’uscita per stradicarci dal divano.

      Tu ringrazi me e io invece ringrazio te, perchè avevo dimenticato il piacere di ricevere commenti sul blog che in realtà sono sempre i più graditi 😀
      Un bacio grande Manù!

  • Penso che i tuoi alunni sono fortunati ad averti come professoressa, noi a deliziarci con le tue ricette e a immergerci nel tuo mondo attraverso le tue storie e bellissime foto.
    E lo sai perché mi piacciono così tanto? Perché le sento vere. Autentiche e sincere, nella loro semplicità.
    Ti farò sapere quando lo farò il ciambellone.. un abbraccio Flora

    • Flora ciao!non so quanto si sentano fortunati, loro, i miei alunni, quanto a me credo di esserlo in mezzo a loro e alle loro passioni spettinate. E infatti anche io non mi pettino più e tento di ‘pettinare’ il meno possibile anche tanta di quella verità che tra ‘ricette e vicende’ io cerco di comunicare e che tu forse scorgi. Grazie mille Flora!

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