Epica familiare: “il bello degli uomini con i baffi”

Epica familiare: "il bello degli uomini con i baffi"

I due personaggi baffuti della foto, erano i miei due bisnonni. Due tipi bizzarri se dico che  il ‘carabiniere’ era il marinaio mentre il ‘marinaio’ era  il carabiniere. Un’epica familiare racconta che incontratisi giovanissimi al servizio di leva e scoprendosi concittadini, decisero si farsi immortalare non prima di scambiare le rispettive divise e darsi la mano in segno d’amicizia. Poi, tornati a Pescara, si persero di vista, si sposarono, misero su famiglia e morirono, prima di sapere che i rispettivi nipoti, per uno strano ‘giro di vite’, si sarebbero incontrati, sposati e, di lì a poco, diventati mio padre e mia madre.

Ho ritrovato la loro foto proprio nella scatola di latta dove riporre le bucce d’arancio candite, e ho scoperto che mia nonna Irma aveva ragione sugli uomini di famiglia: mio nonno aveva i baffi, il mio bisnonno aveva i baffi… come del resto anche D’Annunzio li aveva, ma questo non è affatto un caso!

E allora, cara Margherita, un giorno, chissà come, io e mia nonna abbiamo dirottato dai soliti ragionamenti e ci siamo ritrovate a considerare “il bello degli uomini con i baffi”.

Per mia nonna “il bello degli uomini con i baffi” è in assoluto “nel bello dei baffi” da cui consegue, evidentemente, “il bello di un uomo“.  Che poi ad essere esatti, mia nonna, per coerenza alla mentalità di inizio secolo della sua generazione, non parlerebbe di ‘bellezza’, quanto piuttosto di ‘signorilità’.

Ecco, e se è pur vero che ‘Signori si nasce’, per mia nonna ‘si può tranquillamente diventarlo” a patto di un buon cappello, un cappotto che cade bene sulle spalle e due bei baffi da gran ‘signore’, punto.

Epica familiare: "il bello degli uomini con i baffi" Per convincermi di questo ‘assoluto’, un giorno mi ha elencato veri e propri esempi, ‘a suo   dire’, di signorilità: “… tuo nonno portava i baffi, il tuo bisnonno li portava e anche D’Annunzio, e anzi Lui con quei baffetti lì ci conquistò tutte le Signore di Pescara e, anzi, fino a Roma ci conquistò… e ci conquistò pure la Duse!”

Poi, un giorno, esauriti tutti gli esempi possibili, ecco che a dimostrazione del ‘bello degli uomini con i baffi’ è arrivato il racconto sulla “Signora L.”.

Della suddetta “Signora L.” si era perdutamente innamorato, un maestro di scuola elementare che oltre ad un buon uso delle parole giuste e ad una naturale eleganza nei modi, era addirittura provvisto dei requisiti minimi di signorilità: un bel cappello, un buon cappotto e un paio di baffi da fare invidia a D’Annunzio in persona!

Per ovvie ragioni la “Signora L.” ricambiava la ‘corte’ insistente del ‘Signor Maestro’, pur non riuscendo però a mantenere fede alle promesse fatte. Successe quando, il padre della “Signora L” decise per lei chi era meglio sposare con un semplice ragionamento: “Un maestro è un ammaliatore: non c’è da fidarsi di uno che sa usare le parole, meglio un ignorante!Un ignorante è sincero… un ignorante ‘non sa’ mentire.

Quando la “Signora L” provò a far notare al padre che il futuro sposo, semplicemente non le piaceva, altrettanto semplicemente si sentì rispondere: “Bene, gli faremo crescere i baffi, così ti piacerà!”

Chissà se la “Signora L.” si accontentò di ‘quei baffi’ al posto degli ‘altri’ che amava, ma è pur vero che il “Signor L.” doveva amarla eccome quella moglie così reticente: per Lei, si fece crescere i baffi e li portò per tutta la vita finché morte non li separò.

Io di questa storia ho preso nota e dopo aver verificato la presenza di ‘uomini con i baffi’ nella mia famiglia, ho pensato di conservare il ‘bello’ delle loro storie nel bello delle novelle d’annunziane… perché tutto ritornasse. Mentre  nella scatola di latta rimasta vuota invece, non resta che custodire le bucce d’arancio candite in fondente. In casa queste golosità girano con una certa frequenza subito dopo le festività natalizie. Si tratta delle arance profumate di mio padre: la polpa diventa marmellata e le bucce si destinano ad altro: sale all’arancio; bucce essiccate per infusi oppure caramellate da ricoprire con cioccolato e disseminare in scatoline appositamente sparse per tutta casa, se non altro per averle a disposizione sempre!

Epica familiare: "il bello degli uomini con i baffi"

Si tratta di una ricetta che mi è particolarmente cara e che mi è stata data in consegna dalla Chef magrebina Ilham Bouiry, che mi ha insegnato il bello degli sciroppi aromatici e dei mortai mignon, anche da ‘viaggio’, per le spezie.

Ricetta: Arance candite in fondente

Ingredienti: 300 ml di acqua, 500 gr di zucchero, 1 noce moscata intera, 2 chiodi di garofano, 2 capsule aperte di cardamomo, 1 stecca di cannella, bucce di arancio 5-6 aranci, 1cucchiaio di acqua di fiori di arancio (facoltativo), 300 gr di cioccolato fondente al 70%

Procedimento:  versare in una casseruola lo zucchero, l’acqua, le spezie e mettere sul fuoco. Quando lo zucchero si sarà sciolto versare le bucce degli agrumi e aspettare il bollore. Le bucce  dovranno risultare trasparenti nella parte interna e lucide esternamente. La consistenza deve essere elastica ma non gommosa, morbida. Con una schiumarola, raccogliere le bucce candite e lasciarle freddare in uno scolapasta così da eliminare il caramello in eccesso. Sciogliere il cioccolato a bagnomaria e quando avrà raggiunto una giusta consistenza, immergervi le bucce degli agrumi. Lasciar riposare i dolci su fogli di carta forno e rimuoverli solo quando il cioccolato si sarà solidificato abbastanza da staccarsi facilmente dal foglio.

Conservare lo sciroppo aromatico avanzato, in barattolo e usarlo come dolcificante al posto di miele o zucchero.

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14 thoughts on “Epica familiare: “il bello degli uomini con i baffi”

  • Laura, mia cantastorie preferita, sono ammaliata da questo racconto. Quanto mi piacciono le vecchie foto di famiglia: ogni tanto i miei genitori le tirano fuori e me le mostrano, raccontando dettagli della vita dei miei nonni e di quel poco che si sa delle radici più antiche. I racconti sulla guerra, sulla televisione che non c’era e i segreti delle donne di famiglia, dentro e fuori dalla cucina… Starei ad ascoltarli per ore! La foto dei due bisnonni è particolarmente bella, degna di un libro di storia (le cui illustrazioni erano ciò che attirava la mia attenzione, aimè) ma soprattutto la storia che ci racconti è sorprendente. Per quanto riguarda la signorilità le mie nonne avrebbero detto la stessa cosa… In fondo quasi tutti gli attori dei film d’epoca portano un bel cappotto, l’immancabile cappello e i baffi (anche se quelli non sempre) e hanno sempre fatto stragi di cuori tra le spettatrici 😉
    Le arance candite, insieme ai limoni, sono diaboliche perchè una tira l’altra! Con me nei paraggi è meglio nasconderle bene quelle scatoline 🙂
    Un abbraccio e buona settimana!

  • Io quando vedo foto d’epoca provo un’emozione incredibile che non so spiegare… ricordo come fosse adesso quando svuotammo con mia madre i cassetti di mia nonna e puoi immaginare cosa ne uscì… beh, una stretta al cuore potentissima, che si riaffaccia tutte le volte che mi soffermo su volti del passato, fieri, buffi, meravigliosamente vintage!
    Questo va dritto nella cartella dei tuoi post emotivi, quando le parole condiscono tutto e la ricetta accompagna piacevolmente la lettura…

    (ho un debole per gli uomini con la barba che in fondo sono parenti di quelli coi baffi!)
    🙂

  • Quando ho incontrato mio marito era solo uno sbarbatello. Un tipo da rasatura costante e camicia sempre pulita. Io però lo volevo più grezzo, lo volevo più sporco. Ho cominciato con il chiedergli di fare la barba la sera, così che la mattina dopo non avesse già più quella liscezza che si addice più alle natiche di un bambino che al viso di un uomo. È finita che la sera era sempre troppo stanco e la barba ha cominciato a crescergli così tanto che sembrava la naturale evoluzione da un uomo qualunque al mio. La barba c’è ancora, io pure.
    Sono belle le storie dal sapore antico, sono belle le tue. Questi nonni sono una fonte d’ispirazione costante.
    Le bucce d’arancia candite con il cioccolato fondente poi, sono una delle dolcezze con cui mio marito ama sporcarsi i baffi.
    Ti bacio Laura, Francesca

  • Vedi ho fatto bene a domandarti cosa avesse da dire tua nonna con gli uomini con i baffi… ne é nato questo post bellissimo, arricchito da fotografie d’epoca e delle scorzette d’arancia candite. Avrei voluto rannicchiarmi su una poltrona con la scatola delle scorze d’arancia vicino ed ascoltare tua nonna… grazie mille Laura!

  • Quando si parla di storie del passato, che intrecciandosi, ha condotto fino a noi non ne avrei mai abbastanza. A casa mia, specialmente durante le feste, ogni scusa è buona per tirare fuori lo scatolone delle vecchie foto della nonna ( e tieni conto che con 12 fratelli è davvero bello grande! ). Ogni volta, per quanto le foto siano sempre le stesse, si scoprono nuovi particolari e personaggi … come se ad ogni visione si aggiungesse un nuovo capitolo a quel passato che, se confrotato con il presente, sembra sempre carico di emozioni e avventure.
    Poi per quanto riguardda l’aspetto del sesso opposto, beh … mi sento tanto donna d’altri tempi! A barba e baffi non ho mai saputo resistere, ma più che accompagnati da un bel cappotto, noto subito se siano uniti a belle mani!
    E se nel caso di baffi non ve ne fosse l’ombra si può rimediare con una di queste scorze candite, magari ancora più ricurva e interamente pucciata nel cioccolato; messa sopra al labbro e vista con una certa lontananza potrebbe trarre in inganno chiunque! 😉
    Buona settimana cara Laura, e al prossimo capitolo.

  • Virginia
    Cara Virginia per me raccontare queste storie è come bere un bicchiere d’acqua, perchè ho avuto nonni chiacchieroni e narratori di storie con quel non so che di fantastico. Il più delle volte le storie si ripetevano ma a me non è mai importato perché riascoltarle mi è sempre piaciuto e soprattutto quello che più mi incuriosiva, e divertiva, era scovare il loro punto di vista, che poi era il punto di vista del loro tempo e che per qualche strana ragione sopravvive ancora in forma calcificata nei nostri retaggi e modi di pensare, semplicemente ignoriamo quanto la loro provenienza sia vicina a noi. Essere per te una cantastorie mi piace!:-D un bacio!!!

    Francesca P.
    Immaginavo risentissi del potere evocativo di queste foto 😀 a mio avviso ognuno di noi dovrebbe ricostruire e ricucire le proprie storie di famiglia e guardarle come ad un prezioso patrimonio personale in cui ritrovare molte informazioni del nostro modo di essere che vive nel punto più riposto… e che baffi e barba possano essere una spia al gusto di una saga familiare tocca a noi scoprirlo!;-) Un bacio grande!

    Francesca Caprino
    Ma lo sai che io quando ti ho immaginata con Lui al concerto fatidico ho visto proprio un uomo con la barba?Forse questa informazione me la suggerita il tuo modo di essere nella mia immaginazione: io ti immagino una donna da uomo con la barba 🙂 è una definizione strana ma rende l’idea. E cmq anch’io come te risento dello stesso fascino, se poi il barbuto in questione è anche un riccioluto scapigliato alla ‘Orlando Furioso’ mi perdo letteralmente!

    Margherita
    Cara Margherita, questo post è stato scritto per te, per la tua curiosità che non ho potuto disattendere. La cosa interessante è che ti pensata per tutto il tempo senza sapere che altrove, mi chiedevi esplicitamente un’altra storia da ascoltare 🙂 Queste sono belle coincidenze che dimostra l’esistenza di un bel modo di sentirci anche solo attraverso la rete. Allora non ti saluto, ti apro la porta e ti faccio accomodare sul divano, alla tua destra riconoscerai la scatolina della foto, dentro troverai qualcosa di buono!;-)

    Martina
    Mi piace terribilmente l’immagine della scorzetta al posto dei baffi!12 fratelli sono una bella saga di famiglia, sai quante storie si potrebbero ricostruire!Mi raccomando Martina non perdere l’occasione di farlo, scrivi tutto anche i modi di dire perchè sono quelli che ricordano di più il modo di essere delle persone che ci sono care :-)Un bacio grande grande!

    Barbara
    e allora io che te lo dico a fare che tuo padre mi è sempre piaciuto anche se non lo conosco?:-D E mi è piaciuto dai tempi della sua passeggiata sotto l’ombra di una scalinata in salita a Nizza, per non parlare poi delle sue mani e della torta di mele galeotta tra i tuoi: insomma questi sono segnali non da poco per stabilire l’indice di gradimento delle persone anche se non si conoscono neppure!:-) Un bacio cara!

    Elisa
    Cara Elisa che bello ritrovarti e anzi non vedo l’ora di passare io a trovarti nella tua ‘nuova casa’, magari porto con me delle scorzette che dici?;-)

  • Se pensi all’importanza che poteva aver una foto all’epoca dei tuoi bisnonni, questa stampa la dice lunga sul legame che doveva esserci tra questi due uomini.
    Trovo che tua nonna abbia perfettamente ragione: c’è un non so che di signorile, di concreto nella forma di due baffi.
    Io ho una certa passione per gli uomini così!
    Potremmo divertirci a farci tanti baffi finti con queste fantastiche scorze candite, ridere e scherzare e magri farci una foto scambiandoci d’abito 😀

  • Manuela
    Bhè l’idea che ebbero di ‘vestire uno i panni dell’altro’ fu molto creativa soprattutto perché poi in qualche modo le loro storie si incrociarono sul serio 🙂 mi piace l’idea del baffo di cioccolata!in realtà potremmo farci delle foto con i super baffi golosi!:-) un bacio cara Manu!

  • il potere delle parole è incredibile. Mi sono lasciata trascinare dalle tue parole, da un uomo con i baffi e l’altro che se li è fatti crescere. E le fotografie dei tuoi bisnonni baffuti… basta aprire una scatoletta e i ricordi riaffiorano, impellenti di farsi spazio fra la memoria. Io, di uomini con i baffi, da diciassettenne, non so molto, eppure mi sembra di capirlo un po’, quel sentimento.
    Le bucce d’arance candite e poi tuffate nel cioccolato bianco, così come ci si tuffa nei ricordi, sono uno dei miei, di ricordi, di quando ero piccola. Adoravo e adoro ancora come il cioccolato fondente riuscisse ad equilibrare così bene la dolcezza delle scorze candite che, senza, non riuscivo a mangiare. Immagino che belli quei baffi, sporchi di cioccolato! Grazie per aver condiviso queste perle preziose, un abbraccio 🙂
    Marta

  • Chissà come , il tuo bellissimo blog ci era proprio sfuggito…ne siamo venute a conoscenza proprio oggi leggendo il post di Barbara, aveva proprio ragione! Fortuna che abbiamo rimediato!
    Un racconto emozionante, ben scritto che è proprio un piacere leggere fino all’ultima riga…Io stessa ho un debole per gli uomini con i baffi, quando il mio compagno se li taglia infatti non vedo l’ora di vederli rispuntare!
    D’Annunzio poi, che uomo! Bellissima la foto dei tuoi bisnonni, che bella storia:)
    A presto!
    L.

  • Marta
    Marta dolcissima, i tuoi 17 anni non costituiscono affatto un limite, da quello che leggo, sul tuo buon gusto nel ricercare le bella signorilità di un tempo!Brava coltiva questo buon fiuto che è lo stesso che ti ha fatto apprezzare sin da piccola il sapore particolare delle bucce candite 🙂 ci sono sapori e immagini che si apprezzano solo se si è provvisti di una buona ‘educazione’ a riconoscerli e amarli e tu ne sei ampiamente provvista!UN bacio!

    Laura&Sara
    Cara la mia omonima, ma che bello averti qui e che piacere conoscerti!Che bello saperti affascinata dai baffi e debole al fascino d’annunziato: io in questo caso sono di parte, e come tutti i pescaresi, faccio dei miei natali e di quelli del poeta una questione di orgoglio personale, ma certo sapere che la fama ‘del Poeta’ (a Pescara Lui si nomina così) è riconosciuta mi piace, mi piace sempre!A presto!:-)

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