L’orto del fine settimana

L'orto del fine settimana

Adoro ascoltare quel cd in cui Ella Fitzgerald e Louis Armstrong cantano insieme: loro cantano e io, se non ricordo cose vecchie, immagino cose nuove.

Così appunto una cosa nuova di zecca che ho immaginato una sera di giugno, mentre il mio duetto preferito infastidiva la pace interiore dello sceriffo, lusingando al contempo la mia, è stata questa: “Inventiamoci qualcosa di nuovo… tipo un orto”.

L'orto del fine settimana

Ma un orto su misura: di quelli ritagliati sul tempo di chi è in eterno conflitto tra il desiderio di fuga verso i silenzi della campagna e la tentazione della mondanità delle luci a intermittenza di una grande città.

Ecco un orto. Un orto così.

Scriviamolo pure sul primo albero che si presta, che l’orto è del fine settimana e ce ne convinceremo anche noi! E così è stato.

E allora quella sera tra gli improperi dello sceriffo dalla strada e la tromba sull’introduzione di Tenderly noi due gamberi ci abbiamo creduto. E ci abbiamo creduto, addirittura, prima di trovare l’albero su cui incidere le nostre intenzioni.

Così mentre la musica ci accompagnava noi accompagnavamo il ritmo con l’elenco delle piante possibili, quelle del fine settimana: e cioè quelle che aspettano le cure di venerdì come tutti i cristiani, che aspettano venerdì pure loro per fermarsi e curarsi degli affanni infrasettimanali e magari per dedicarsi all’orto, se ne hanno uno pure loro.

L'orto del fine settimana

E comunque quella sera di giugno mentre Ella era già sulle note di A Foggy day, noi siamo rimasti lì sulle sdraio di corda di un periodo che è già diventato ‘vintage’ e un moito che sapeva di basilico, perché la menta aveva dato forfait, ad immaginare già novembre: magari con le foglie gialle sul cancello, magari con la prima cassetta di verdure tra le mani e poi sul tagliere e magari già dentro la focaccia.

L'orto del fine settimana

E se proprio deve essere, che siano broccoli… ci siamo detti all’unisono!

Perché i broccoli, si sa, sono coriacei come noi quando ci mettiamo in testa una cosa nuova. E così, abbiamo pensato, il fine settimana dei broccoli semplicemente diventerà anche il nostro.

L'orto del fine settimana

Ecco come è andata quella sera di giugno in cui Ella Fitzgerald e Louis Armstrong cantavano insieme: contro la pace interiore dello sceriffo e a favore della mia che quando ascolto quel cd, in genere, se non ricordo cose vecchie, immagino sempre cose nuove.

E io ho immaginato un orto. Un orto a metà tempo e metà strada tra le intenzioni del momento e quelle di domani che potrebbero non essere più le stesse.

Un orto da ricavare nel quadratino di terra vicino il pozzo, dall’altra parte del viottolo in pietra, accanto all’orto delle spezie che due orticelli vicini s’innaffiano più facilmente di due orticelli lontani.

Così siamo rimasti lì sulle sdraio di corda di un periodo che è già diventato ‘vintage’ e un moito che sapeva di basilico, perché la menta aveva dato forfait, col sorrisetto compiaciuto di chi vede cose nella testa già realizzate al di là del cancello verde ‘broccolo’ del fine settimana, ovvio!

L'orto del fine settimana

E siamo rimasti così ad immaginare novembre: che le foglie gialle sul cancello ci sarebbero state per forza! E siccome a queste è seguita la prima cassetta di verdure tra le mani e poi sul tagliere e tutto, per ovvie ragioni, è finito nella focaccia, ci siamo detti che non conviene smettere di ascoltare la propria musica, quella che se non ti fa ricordare cose vecchie, almeno ti fa immaginare cose nuove. Nuove di zecca.

L'orto del fine settimana

Ricetta della Focaccia ripiena (impasto vino e olio) tratta da le Tradizioni della cucina abruzzese 

L'orto del fine settimana

Ingredienti per l’impasto (dosi per 4 porzioni):

  • 300 gr di farina 00;
  • ½ bicchiere di vino bianco;
  • ½ bicchiere di olio evo;
  • ¼ bicchiere di acqua fino a che l’impasto ne prende,
  • 1 cucchiaio di semi di chia (facoltativi).

Ingredienti per il ripieno:

  • 300 gr di cime di rapa,
  • 1 fiordilatte,
  • 5-6 filetti di acciuga,
  • 1 uovo per spennellare.

Procedimento

  • Preparare l’impasto collocando tutti gli ingredienti nella planetaria (o in una ciotola nel caso si decida di lavorare a mano) e azionare il gancio fino a incordatura. Il risultato sarà un impasto morbido ed elastico.
  • A questo punto è possibile, senza tempi di riposo, dividerlo in due porzioni: la più grande da stendere come base e copertura per i bordi di una teglia dal diametro di 22-23 cm e quella più piccola da impiegare come copertura del ripieno.
  • Una volta rivestita la teglia, bucherellare e farcire con le cime di rapa precedentemente sbollentate, le fettine di fiordilatte strizzato e privato del latte in eccesso e i filetti di acciuga.
  • Coprire con l’impasto rimanente.
  • Bucherellare il fondo, per evitare la formazione di bolle in superficie.
  • Spennellare con un uovo sbattuto.
  • Infornare a 180°C, in forno preriscaldato, e attendere 30’ circa fino a perfetta doratura.

L'orto del fine settimana

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13 thoughts on “L’orto del fine settimana

  • oh, mia cara Laura! grazie, grazie, grazie e ancora grazie per questo post! temevo di perdermelo, che stasera e nei giorni successivi il mio accesso al web sarà decisamente limitato, ma tu, sapientemente, mi sei venuta incontro e mi hai sussurrato all’orecchio questo che mi pare il più bello dei racconti. più bello dei racconti su carta stampata, più bello di fatiscenti parole dal suono altisonante che hanno la pretesa di raccontare falsi sentimenti. più leggevo, più mi pareva di perdere la cognizione di spazio e tempo, di essere così presa da immaginarlo, sentirlo, toccarlo e annusarlo, quest’orto. Con i suoi immancabili broccoli, le sue carote, i suoi vanitosi e pretenziosi steli di rabarbaro. Ho messo su “dream a little dream of me” e mi sono lasciata cullare dal suono della tromba, sorprendendomi a sognare se per caso, d’estate, sarebbero per caso cresciute le ciliegie, che magari avrebbero fatto concorrenza a quelle di Rolando. E mentre l’orto sul mio balcone produce piccoli esemplari di coriandolo e crescione (e, in primavera, delle fragole di un rosso così bello!) nel grigiume dei palazzi Palermitani, io rendo tutto un po’ più verde nell’orto dei miei pensieri (e del mio cuore).
    grazie per avermi concesso, anche oggi, di far fluttuare un po’ i miei pensieri.
    ti abbraccio, a prestissimo!
    tua Marta

    • Bene Marta, ti rispondo e mi sintonizzo anch’io su “dream a little dream of me” che secondo me in questa giornata grigia accompagna benissimo le nostre chiacchiere della domenica 🙂 Grazie per il tuo commento tempestivo che mi piace sempre trovare dopo un post faticosamente assemblato, perché non so bene come funziona per te ma io faccio sempre una gran fatica a ricostruire con un post fatti e immagini e mi hanno vista al centro di una nuova storia da raccontare. E sono felice di essere riuscita ad arrivare questa domenica prima della solita ora tarda che altrimenti non ti manda a letto abbastanza presto per la sveglia del lunedì. Marta cara dimmi una cosa ma tu oltre a tutte le tue rare passioni che ti rendono la 18 enne più affascinante che possa esserci, quanto ti piace scrivere?Adoro la tua penna e leggerti è sempre un piacere coinvolgente, credimi!Un abbraccio!

  • Laura, sai che sono approdata su questo post per caso? A questo giro non ci sono voluti ne’ i social ne’ il feed! Io (in fondo in fondo) sono un po’ sensitiva e il mio istinto mi ha suggerito di passare di qua per assaggiare qualcosa di buono. Poi, che bella casualità, è l’ora della merenda e questa focaccia ripiena si presta perfettamente anche alle cinque del pomeriggio!
    L’orto è un piccolo sogno che custodisco da tempo e che per ora si concretizza solamente nelle piantine aromatiche e nel pomodoro in estate. Questo post mi piace per moltissime ragioni, che ora ti cito in ordine sparso: la vostra idea, finalmente concretizzata, di un piccolo orto da coccolare nel finesettimana. I broccoli, che sono la mia verdura invernale preferita (assomigliano a piccoli alberi e in questo periodo mi sento molto un albero), accompagnati alle alici e al fiordilatte, ingredienti di cui potrei vivere in eterno. L’impasto vino e olio e il tuo Abruzzo: qualche tempo fa mi è tornato in mente questo impasto e ora ne parli di nuovo… è un chiarissimo segno per me che è arrivato il momento di assaggiarlo! L’atmosfera così rilassata e rilassante che si respira in ogni parte del tuo blog, che per me è come una sostanza stupefacente (o il cioccolato ;-))
    Un abbraccio enorme e a presto!

    • Virginia!Ma allora è proprio il caso di dire che l’istinto ti ha riportato verso quelle domeniche in cui ci ritrovavamo subito in tre io te e Marta a scambiare i primi commenti del caso su ricette e tutto il mondo di coincidenze che delle volte ci coinvolge e spesso ci sorprende!:-) L’orto nasce su un quadratino così piccolo e nonostante tutto ci ha regalato grandi soddisfazioni ecco perché meritava di essere celebrato in un post 🙂 La focaccia come ben ricordi tu è un luogo comune della mia cucina preferita ed è una di quelle ricette confortevoli che assicurano risultati certi col minimo sforzo!Mia nonna Ida questo tipo di ricetta doveva essere più calorica con un ripieno a base di uova formaggi e salamini di ogni genere avanzati nel frigo. Per me è invece diventata la ‘pasta sfoglia’ che non voglio più comperare, l’impasto senza bisogno di riposo, il guscio sottile e friabile senza burro, la focaccia di famiglia e per gli amici che frequentano casa russo. Provala e fammi sapere cosa ne pensi!Quanto alle ‘sostanze’ positive che circolano sul web ti sembrerà una coincidenza anche questa ma io posso assicurarti che è la stessa atmosfera che io trovo nei tuoi scatti, credimi!Un bacio!

  • Più ti leggo, più provo ad immaginarti. E quando mi riprometto di passar da te mi dico sempre “devo leggere il post della ragazza con le foglie in mano”. È sciocco, lo so.
    Eppure io la trovo un immagine poetica e non riesco a non attribuirla a te.
    Mi pare sempre di percorrere il tuo stesso cammino. Di sentire il tuo stesso profumo merntte tu stessa cerchi di suggellarne uno nel cuore.
    Venir qui è un passaggio a cui non riesco a rinunciare. Perché con te scopro il reale valore delle traduzioni. Le tue ovviamente.
    Con te ci si libera per un istante di ogni cosa e ci si abbandona a queste prelibatezze! A presto Laura!

    • Ciao Melania, che carina che sei, sempre!A me che tu mi veda come “la ragazza con le foglie” mi piace tantissimo 🙂 è in effetti un’immagine in cui comincio a riconoscere quasi tutti i miei post di questo anno in realtà!Se dovessi dire perché e cosa c’è in particolare di questo abbinamento ormai ricorrente tra alberi e piatti, tra foglie e ingredienti non saprei dirti, ma è pur vero che quest’anno in effetti molti dei paesaggi che sono riuscita a condividere sul blog hanno fatto così tanto parte delle mie giornate che forse è per questo che è avvenuta una metamorfosi che non sono riuscita a controllare io per prima 🙂 Ma certo è proprio il caso di dire che ‘Laura’ è diventata ‘alloro’ 😉
      Mi fa piacere che oltre a passeggiare piacevolmente con me, ti piacciono le mie tradizioni, ultimamente non riesco a fare a meno neanche di queste, ad ogni modo se tutto qui ti piace sentiti pure a casa mia e chiacchieriamo tutte le volte che vuoi, non sai quanto mi faccia piacere!:)

  • Riconosco quell’orto e quel cancello che si spalanca puntualmente agli istinti di aria e di vita che spesso abbracciano il gambero maschio. E se è vero che i gamberi in genere camminano all’indietro io tutto questo lo vedo come un bellissimo ritorno alle origini dove quando ti affaccia dalla finestra vedi dei bellissimi alberi di pero (potati solo una volta 😉 ), nocciole e gelsi; dove c’è il caminetto con ampia apertura che quasi ti invita a raggomitolarti lì vicino su una poltrona che più vissuta non si può a leggere magari un Dostoevskij. E ad arrivare alla sera affamati e pronti ad aprire una buona bottiglia di rosso. E questa meravigliosa pigrizia dei sensi mescolata al lavoro di braccia e scandita dai tempi del sole e del cielo io l’appoggio, ormai è chiaro. Siete così belli circondati di verde a respirare l’aria che profuma di mirto.
    Ho un debole poi per le preparazioni ripiene che in genere voglio non conoscere se non attraverso la bocca, ad occhi chiusi. E questa focaccia è come voi, bellissima fuori ma ancor di più al centro, da dove tutto parte e dove tutto arriva.

    • E si che riconosci l’orto, ma ancor di più mi piace che tu sappia immaginare, anzi vedere, la ‘furia’ dell’altro gambero dietro a tutto ciò che è natura 🙂 Tu fai bene a tifare per i suoi propositi bucolici ma ovviamente se questo succederà prima o poi, sappi che io oltre che di una mano a raccogliere frutta avrò soprattutto bisogno di chiacchiere e chiacchiere leggere che non sono mai una cosa così ovvia!;) Quanto alla frutta quest’anno grazie a quella potatura ‘rampante’ mi sa che faremo a meno dei gelati al gusto pera, ma ce ne faremo una ragione con i gelsi… voi che dite?
      Quanto alle preparazioni ripiene, signora mia, non dirmi nulla: oggi sono stata sorpresa dal collega di scienze a rimirare ancora una volta le tue mozzarelle in carrozza!Ecco ti ho detto tutto!

  • Eh già, mi sa proprio che abbiamo avuto al stessa idea…ma quant’è bella la tua pasta al vino? E anche il ripieno non si discosta troppo dal mio 🙂
    Tanto che non passavo di qui, d’altra parte ultimamente non passo più in tanti posti, maledetto tempo tiranno…sono contenta di essere tornata, di trovare una così bella storia, di trovare una grafica tutta nuova (bella!) e di ascoltare un duetto che amo molto anche io. Bella la tua campagna e belle le tue parole!! Che per caso ho abusato dell’aggettivo “bello” in questo commento? 🙂

    • Claudia bella, e si che dire ‘bello’ è proprio una bella cosa, anche quando può sembrare ripetitivo 😀 per cui noi non stanchiamoci di farlo, soprattutto se il tempo è stato tiranno!Anche se io in realtà ho smesso di dare colpa al tempo, preferisco pensare che se la vita ci tiene più impegnati del solito semplicemente siamo normali e basta, anzi vivi!ecco ti passo la stessa giustificazione con cui giustifico me stessa che, in fondo, a stento riesco a scrivere qui figuriamoci altrove 🙂 Sono felice ti piaccia l’idea del nostro orto, che ultimamente si è evoluto a tutta una particolare specie di piante officinali che a te piacerebbero tanto, lo so e delle quali mi servirò presto grazie alle tue ricette 🙂 Ti abbraccio!

  • Questo post è poesia. Le immagini, le parole e la musica creano un percorso perfetto in cui l’immaginazione ha piena libertà!
    Sento già la pimavera fare capolino insieme alla voglia di pic nic e di gite fuori porta! E questa focaccia sarebbe da incartare e tirare fuori all’occorrenza, magari dopo una bella camminata! E’ bello sfruttare il fine settimana per fuggire. Vorrei anche io un orto, ma non riesco a far vivere una pianta da appartamento, ho il timore che non riuscirei a far crescere neanche una foglia di insalata!

    • Tranquilla Francesca, se c’è una cosa che sto imparando è che l’insalata può essere coriacea quasi quanto i broccoli e tuttalpiù come noi ‘russi’ quando decidiamo di essere coriacei come broccoli 🙂
      In ogni caso la tua idea mi piace un sacco, dimmi pure quando e il cestino da pic nic ti aspetta non appena avrai voglia di passare da queste parti per un fine settimana ‘verde’ insieme a noi!

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