Sing, sing, sing…

Pane di campagna con fiocchi di quinoa integrale

Con un 64% di frumento di troppo e una ‘presunzione’ di sospetta intolleranza, più di due mesi fa sono stata messa in guardia. E poi a dieta.

Pare sia tutta colpa di quel 3%, oltre il limite consentito, “ad inficiare su una sana digestio” – mi è stato detto. E anzi pare lo dica di me, e a mia insaputa, proprio il sangue del mio sangue.

Veramente la mia nutrizionista ha parlato di IgE e IgG per sintesi e soprattutto per mia ‘chiarezza’, ma nonostante tutto l’argomento non si è chiarito da solo.

Ad ogni modo per dare retta a questo genere di anticorpi, e soprattutto a mia madre che da anni mi presenta solo amiche ‘nutrizioniste’, ho intrapreso un percorso di ascesi e astensione da tutto ciò che è zucchero e glutine, da tutto ciò che fermenta e lievita, da tutto ciò che in genere cucino e soprattutto mangio con estremo piacere. Ecco.

Lei, la mia dottoressa, col sorriso sulle labbra l’ha chiamata “dieta di evitamento”, anche se io in genere non sono così brava a fare due cose insieme come ‘sorridere ed evitare’. Unica via di fuga è stata piuttosto ‘resistere’.

Ma la verità è che in questi mesi di penuria l’unico a patire è stato il mio povero lievito madre, perché invece il mio corpo, in ferma opposizione a quanto previsto, si è rifiutato di separarsi anche solo da un etto. 

“Sarà una questione psicologica?” – è stata la mia domanda prima di salire sulla bilancia.

“Tutto può essere” – è stata la risposta a caro prezzo che ho saldato a fine controllo.

Ecco, così sono scesa dalla bilancia e ho impastato un pane.

Due operazioni non proprio simultanee, come ‘sorridere ed evitare’, ma sicuramente consequenziali da un punto di vista sia cronologico, che umorale.

Ho racimolato tutte le farine svilite dall’esautoramento del mio piano alimentare e per risolvere la questione tra me e me, ho optato per uno step casalingo grazie al comodo gradino di ikea. In genere è molto comodo per raggiungere la ‘sommità’ delle cose, ma in questo caso no. In questo caso può addirittura far sperare di raggiungere la forma ideale delle cose, indipendentemente da dove siano posizionate.

“Sing, Sing, Sing’ di Benny Goodmann si è rivelata una colonna sonora perfetta a mantenere costante il ritmo del sali e scendi a oltranza:

“L’importante è ascoltarla e muoversi contemporaneamente per un’ora” – mi ha detto mio marito col sorriso sulle labbra.

Che avranno tutti da sorridere, proprio in questo periodo, io lo ignoro, ecco perché l’unica persona con cui riesco a parlare seriamente è mia madre: soprattutto quando si dispera e non si da pace per l’interruzione del “evitamento” soprattutto come stile di vita.

Ad ogni modo o lei o Google devono aver diffuso in giro la voce a riguardo: ché se prima la parola ‘nutrizionista’ saltava fuori pure se cercavo la ricetta del timballo alla teramana, adesso invece con la stessa frequenza, e ogni santo giorno, spunta fuori un personal trainer in calzamaglia anche se non è proprio il mio genere di uomo.

Questa volta però sono decisa a non farmi più condizionare dall’algoritmo invadente, piuttosto salgo e scendo, salgo e scendo con “sing, sing, sing” nelle orecchie e il gradino di ikea sotto un piede e poi sotto l’altro. E non sorrido mai, anche se due cose insieme ho imparato a farle come ‘salire e scendere’ senza interruzioni di sorta.

E se devo dirla tutta solo quando mi siedo a tavola, ‘sorridere’, mi viene naturale come prendere una fettina di pane.

Pane di campagna con fiocchi di quinoa integrale

PinetaPinoli marmellata di prugne rosse e cannellaPane di campagna con fiocchi di quinoa integrale

Pane di campagna con fiocchi di quinoa integralePane di campagna con fiocchi di quinoa integrale

Pane di campagna con fiocchi di quinoa integrale

Ricetta del pane di campagna con fiocchi di quinoa integrale

Ingredienti: 

  • 100 gr licoli rinfrescato (o 150 gr pasta madre)
  • 300 ml acqua a temperatura ambiente
  • 250 gr farina 0
  • 150 gr farina di farro integrale 
  • 60 gr fiocchi di quinoa integrale + il necessario per piegature
  • 1 cucchiaino di sale integrale

Procedimento

  • Nella ciotola di una planetaria impastare le farine con il lievito e l’acqua. 
  • Non appena l’impasto risulterà amalgamato ma ancora appiccicoso aggiungere il sale e i fiocchi di quinoa. 
  • Impastare nuovamente ad una media velocità finché l’impasto non risulti ben incordato. 
  • A questo punto non rimuovere l’impasto dalla planetaria, sarà necessario  impastarlo nuovamente e più volte (nel mio caso solo tre volte) a distanza di 10′ ciascuna finché non risulterà più sodo e spesso. 
  • Prelevare l’impasto e procedere con le piegature utilizzando i fiocchi di quinoa (almeno tre piegature con riposo tra l’una e l’altra)
  • Collocare il panetto in un cestino di lievitazione e lasciar riposare in un luogo asciutto e al riparo da correnti. 
  • Dopo 5-6 ore accendere il forno alla massima temperatura.
  • Sformare il pane sulla teglia di cottura e procedere con delle incisioni sul dorso. 
  • Prima di infornare, abbassare la temperatura a 220° C e con uno spruzzino nebulizzare l’acqua necessaria alla formazione del vapore sufficiente. 
  • Dopo 30′ controllare la cottura e se il pane avrà raggiunto la doratura desiderata, sfornare.

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One thought on “Sing, sing, sing…

  • Ma che bello questo tuo post! Non smettere di sorridere mai, ché io lo ricordo quanto fossi bella e coinvolgente. E non smettere di impastare mai ché di vita ne abbiamo una sola per privarci delle belle cose che ci fanno sorridere.
    Ti abbraccio

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