La mia geografia

La cucina dei trabocchi

“Attenta alla ferrovia!” – mi dice mia madre.

“Ma non c’è più la ferrovia…” Le rispondo io. 

E’ vero che non c’è più la ferrovia. Ma mica da ieri: è già passato molto tempo da quando in Abruzzo hanno smantellato gran parte della ferrovia lungo il litorale adriatico. 

Eppure tutti quelli che conosco, si ricordano ancora che per andare al mare era necessaria l’accortezza di girare la testa a destra e a sinistra, poi attraversare velocemente i binari.

E tutti dicevano a tutti quelli che andavano al mare: “Attenzione alla ferrovia!”

Mia madre mi racconta che ben due cani di mio nonno, e di ben due generazioni diverse, usciti di casa non hanno fatto più ritorno per colpa della ferrovia. 

Morti o dispersi non sono mai stati dichiarati, ma sicuramente il terzo cane è arrivato solo quando a Pescara la ferrovia è diventata una moderna ‘strada parco’: per vecchi, badanti e bambini. 

Ma anche cani, con l’abitudine di uscire e di tornare a casa addirittura vivi e vegeti. 

In realtà qualcuno avrebbe dovuto dire la cosa giusta e cioè: “Attenzione al treno” e invece no. La ferrovia, inspiegabilmente, faceva più paura. Forse perché il treno passava che era un attimo, invece la ferrovia restava lì sassosa e troppo aguzza per chiunque volesse andare incontro al mare senza troppo impaccio. 

Oggi chi non se la ricorda più, ci passa sù, nel senso che ci cammina ‘sopra’: sopra dove correvano i binari, che correvano lungo il mare mentre dal mare correvano via e si staccavano da terra i trabocchi. Più o meno ovunque, in Abruzzo, lo spettacolo è questo con e senza rotaie. 

I trabocchi, poi ci sono sempre.

Prima li vedevi tutti di galleria in galleria solo dal finestrino del treno. E oggi invece li vedi tutti percorrendo quel che resta dell’impronta sassosa e troppo aguzza della ferrovia che non c’è più. 

Acqua bella (Ortona)

Trabocco (la foce)

San Vito Marina

Trabocco

Cozze in umido

Trabocco

cozze ripiene al pecorino in umido

Cozze

cucina dei trabocchi

trabocco

“Viaggio per conoscere la mia geografia”

A pagina 30 di un libro sull’Abruzzo, un tizio dice a un altro tizio: “viaggio per conoscere la mia geografia” 

E in un lampo penso a quello che faccio io, quando chiedo a mio marito di riportarmi sul mio mare e cioè quello ‘senza tramonto’. 

Sembra un’ingiustizia per chi sale e scende da un trabocco non poter godere della vista del sole che si immerge nell’acqua: quello soprattutto io chiamo ‘tramonto’. Ma forse è proprio per questo che molti traboccanti hanno cominciato a distrarre gli ospiti da questa grave assenza della natura, con la diplomazia della cucina tipica.

In genere  E ci sono da sempre anche tra queste pagine, per una questione di palato e di sentimento che mi riportano indietro e a casa anche se treni e ferrovie non ci sono più.  

Ricetta delle cozze al pecorino in umido

cozze ripiene al pecorino in umido

Ingredienti (per 6 persone):

  • 1kg di cozze o più;
  • 2 cucchiai di prezzemolo tritato;
  • 2 spicchi d’aglio;
  • 1-2 cucchiai di pecorino semi stagionato abruzzese ( in alternativa 1 cucchiaio di parmigiano)
  • 200 gr di mollica di pane
  • 1 uovo
  • olio evo qb
  • 400 gr di passata di pomodoro
  • ¼ di peperone dolce fresco
  • 1-2 peperoni secchi dolci

Procedimento:

  • Pulire le cozze e aprirle sul fuoco.
  • Separare le valve dal mollusco, conservando i gusci più belli e grandi. Conservare il liquido delle cozze.
  • In una ciotola amalgamare il formaggio, il prezzemolo tritato, la mollica di pane, l’uovo e uno spicchio d’aglio tritato.
  • Mescolare il tutto e riempire i gusci, ponendo il mollusco sotto l’impasto di pane e formaggio.
  • A questo punto preparare un sughetto dolce, lasciando soffriggere l’altro spicchio d’aglio schiacciato, il peperone dolce fresco e quello secco. Non appena l’olio si insaporisce, versare il pomodoro e diluire con il liquido delle cozze.
  • In questa fase è importante che le cozze siano posizionate strette fra loro per rimanere con i gusci chiusi, facendo in modo che il sugo le ricopra bene. Per la cottura si consigliano tegamini di coccio, gli stessi con cui saranno servite.
  • Infornare a 180° C, facendo attenzione, finché il sugo non si rapprende.

trabocco

Related Post

Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo

3 thoughts on “La mia geografia

  • “Fai attenzione alla circonvallazione!” Mi diceva sempre mia nonna quando ero piccola…
    In realtà fino all’età di 12 anni e oltre nonna non voleva che io attraversassi la circonvallazione da sola.. Nonostante il mio paese all’epoca fosse più piccolo di come lo è oggi, la circonvallazione era comunque abbastanza trafficata e le macchine venivano smistate da quattro semafori posti rispettivamente ai quattro lati di un incrocio… ovviamente io dovevo “fidarmi solo dei semafori” e guardare bene “di sopra e di sotto” se per caso “arrivasse qualcuno”… Puoi capire come mi muovevo io….
    Oggi i semafori ci sono ancora, ma è stata costruita anche una rotonda e le macchine corrono più veloci e sono molte di più… Io attraverso ancora nello stesso posto di quando ero piccola, guardando bene “di sopra e di sotto” e sentendo ancora la voce di mia nonna “sta attenta alla circonvallazione”.
    A me il mare non piace tantissimo, o meglio non mi piace la “movida”, la calca di gente, lo stare distesi a mo’ di lucertola per ore e ore, i pianti dei bambini e le grida delle mamme isteriche… tutto quello che non è MARE praticamente…. perchè se ci abitassi vicino, al mare, attraverserei attentamente la ferrovia la mattina presto alle 6 e camminerei a piedi nudi sulla riva, stenderei il mio asciugamano e aspetterei che il sole si alzi nel cielo e, non appena la spiaggia diventasse troppo affollata me ne scapperei a casa in attesa della sera, quando tornerei di nuovo a camminare sulla riva in compagnia degli ultimi raggi di sole….
    Questo è il mare che mi piace…. però purtroppo non ci abito vicino e mi ci vuole un’oretta per arrivarci… Ecco perchè non ci vado spesso….
    Tu però con queste foto, con questa luce, mi hai fatto venire una gran voglia di acqua salata, di brezza marina, di sabbia bagnata appiccicata ai piedi…. e pure una gran fame co’ ste cozze eh?!
    Grazie Laurè perchè tu, viaggiando per conoscere la tua geografia, ce l’hai portata direttamente a casa nostra…

    Un abbraccio forte
    Manù

    • Manù cara, così oggi possiamo dire che tra le tante affinità che ci riguardano, esiste pure la distanza da tutto ciò che è movida e calca.
      Il mare affollato e quello ‘alla moda’ fatto di stabilimenti e musica a palla non piace neanche a me, che è uno dei motivi per cui ho preso a frequentare il ‘greco mar’ degli antichi e cioè quello più adatto agli anziani come me. 🙂 L’adriatico è un mare che raccoglie proprio un turismo da stabilimento, meno per quel tratto di costa in cui lo scoglio e la ghiaia fanno ancora una gran selezione di bagnanti. Si tratta della costa dei trabocchi o litorale D’Annunziano e non c’è da stupirsi che anche, lui, l’autore delle Laudi ne fosse affascinato. Io ne risento il fascino e anche richiamo ed è uno di quegli argomenti per cui potrei parlare ore e riempire pagine di ricordi. Queste cozze ad esempio sono un piatto da cui non si può prescindere se si sale su trabocco all’ora di cena. 😀 Tu ringrazi me, ma quando passi di qua non hai idea che piacere mi fai!
      Un abbraccio forte Manù!

      • Allora credo proprio che quel pezzetto di marmi piacerebbe un sacco…
        Sai, circa due settimane fa sono stata in un posto meraviglioso, che non conoscevo: Fiorenzuola di Focara, non è distantissimo da casa mia, un 45-50 minuti di macchina, ci sono capitata per vie traverse e grazie ad un mio amico che mi ha chiamata alle 11.20 del mattino dicendomi che dovevo assolutamente andare con lui per conoscere delle persone che sarebbero arrivati lì.. ed io ho accettato… (me so preparata in 20 minuti, ho fatto due panini al volo e messo un asciugamano nello zaino, tipo una quindicenne…signur!)… comunque il paesino è minuscolo e bellissimo ma.. la spiaggia…per arrivarci ci si arriva solo a piedi e devi percorrere ca 2 km di strada fatta di tornanti come fosse la montagna … (praticamente è una spiaggia selettiva), già mentre scendi vedi l’acqua che è di un colore bellissimo, la spiaggia è piena di tronchi portati dalle mareggiate invernali… una cosa pazzesca… Era una vita che non andavo al mare e non potevo scegliere posto migliore per il mio nuovo ‘battesimo di fuoco’… Ora so dove potermi rifugiare quando voglio della tranquillità marina.. Sicuramente in estate sarà diverso, perchè penso sia comunque conosciuto come posto, però secondo me se ci capiti nei giorni giusti riesci a trovare quella pace dei sensi che cerchi….
        Io Laurè il tuo pezzetto di mare me lo son segnato, tu appuntati questo, che ne vale davvero la pena..
        Baci acquatici
        Manù

Rispondi a Laura Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.