Prova e mi dirai…

pane alle noci

Così davanti al bancone di salumi e formaggi mi capita ogni tanto di sentirmi una moglie devota e all’ultimo momento chiedo sempre: “Due etti di coppa… per mio marito”. 

Il ragazzo che mi serve in questi casi sorride e, forse per complicità maschile, carica la confezione più del previsto. Quando se ne accorge, mi dice sempre la stessa cosa: “La provi e mi dirà che ne valeva la pena”. 

E in effetti ne vale sempre la pena soprattutto se si hanno a portata di mano due fettine di pane rustico alle noci che, in casi di devozione sì alta, non dovrebbe mai mancare 

E’ la cena della domenica: quella con il pane del sabato e della mia non voglia di cucinare. In questi casi siamo felici tutti e ognuno a modo suo: lui di mangiare la coppa, io di mangiare sul divano.    

Ad ogni modo, se colti da un impeto di emulazione, si sappia che non basterà tutta la coppa del caso in assenza di un buon pane alle noci. 

noci

foglie di noce

pane alle noci

Negli ultimi anni, tra ‘ricette e vicende’, le noci sono diventate un argomento ridondante forse perché hanno rubato la scena alle nocciole, forse perché si tratta di una raccolta  meno impegnativa: l’albero ce ne dispensa un po’ alla volta regalandoci l’illusione di aver raccolto fino all’ultima noce. Ma non è mai così.

Ce ne accorgiamo soprattutto nei giorni in cui mettere il naso fuori casa non sembra più concepibile se non per raccogliere legna da ardere e qualche noce tardiva, sfuggita al computo di tutte le altre. Quando questo succede, si tratta sempre di due operazioni veloci contro l’umidità del pomeriggio: riempire una cassetta di legna, riempire una cassetta delle ‘ultime’ noci che si incontrano sul tragitto. 

E’ in questi casi soprattutto che mi chiedo quanti, tra epigoni bucolici ed estimatori della ‘campagna romantica e felice a oltranza’, siano quelli che la vivono veramente amandone anche muschi e licheni, che tanto ad un certo punto dell’inverno arriveranno a farsi sentire fin dentro le ossa. 

La verità è che me lo chiedo quando prima di uscire infilo un secondo e un terzo maglione sempre a portata di mano o quando perdo un intero fine settimana a sgusciare noci. Perché, in questo caso, chi raccoglie noci fresche dagli alberi lo sa che l’unico modo di conservarle è sgusciarle e tostarle prima che si rovinino. 

Una bella impresa anche questa, che però fatica a comprendere chiunque ad un certo punto ci chiede: “Ma chi ve lo fa fare?” 

C’è sempre, prima o poi, qualcuno che ce lo chiede e la risposta più esaustiva è la stessa del ragazzo del bancone di salumi e formaggi: “Prova e mi dirai che ne valeva la pena”

ciclamini

pane alle noci

Ricetta del pane di campagna alle noci

Ingredienti:

  • 100 gr licoli rinfrescato (o 150 gr pasta madre)
  • 300 ml acqua a temperatura ambiente
  • 250 gr farina 0
  • 150 gr farina di farro + qb per piegature
  • 2 manciate di noci tostate
  • 1 cucchiaino di sale integrale

Procedimento

  • Nella ciotola di una planetaria impastare le farine con il lievito e l’acqua.
  • Non appena l’impasto risulterà amalgamato ma ancora appiccicoso aggiungere il sale e le noci.
  • Impastare nuovamente ad una media velocità finché l’impasto non risulti ben incordato.
  • A questo punto non rimuovere l’impasto dalla planetaria, sarà necessario  impastarlo nuovamente e più volte (nel mio caso solo tre volte) a distanza di 10′ ciascuna finché non risulterà più sodo e spesso.
  • Prelevare l’impasto e procedere con le piegature aggiungendo la farina necessaria perché l’impasto non aderisca al piano (almeno tre piegature con riposo tra l’una e l’altra)
  • Collocare il panetto in un cestino di lievitazione e lasciar riposare in un luogo asciutto e al riparo da correnti.
  • Dopo 5-6 ore accendere il forno alla massima temperatura.
  • Sformare il pane sulla teglia di cottura e procedere con delle incisioni sul dorso.
  • Prima di infornare, abbassare la temperatura a 220° C e con uno spruzzino nebulizzare l’acqua necessaria alla formazione del vapore sufficiente.
  • Dopo 30′ controllare la cottura e se il pane avrà raggiunto la doratura desiderata, sfornare.

noci fresche

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13 thoughts on “Prova e mi dirai…

  • Avendo conosciuto te, la tua cucina e la tua campagna, so per certo che tutto questo ne vale sicuramente la pena, compreso quel pizzico d’etto in più.
    E se anche non ti avessi conosciuta, tutto questo, lo raccontano così tanto bene tutte le tue foto che la pena ugualmente si tralascia…

    • Ciao Valentina, anche io lo amo particolarmente: pensa che in questo post ci sono ben tre pani di noci fatti in momenti diversi ma ravvicinati proprio per la velocità con cui ne finivamo uno e cominciavamo un altro 🙂

  • E’ sera, tarda sera… Gli occhi sono stanchi e la testa è pesante, ma prima di spegnere tutto amo passare a salutare un po’ qua ed un po’ là amiche sparse ed entrare in case calde ed accoglienti… e quindi .. eccomi qui.

    Io, quando esco per il mio passeggio quotidiano, porto sempre nelle tasche della giacca un sacchetto di plastica, perchè non si sa mai cosa possa incontrare durante il mio tragitto (quando invece parto per i raid boschivi viaggio direttamente con secchi e cassette). L’ho imparato da nonna (da nonno invece il coltellino a scatto per il formaggio, però non lo diciamo a nessuno…. :D)….
    Raccogliere le noci è una cosa che adoro fare, mi fa sentire un po’ come “cip e ciop” che fanno le scorte per l’inverno… Quando, guardando sui rami,, vedo il mallo nero aspetto che tiri il vento quindi cammino a testa bassa, stringendo gli occhi per vedere meglio, e poi mi ACCOVACCIO e raccolgo, mi PIEGO e raccolgo, mi INGINOCCHIO e raccolgo, ringraziando ogni volta per la fortuna che ho nel poter avere quei doni preziosi e, alla frase “ma per sa fe’? ” (per cosa fare?) io rispondo sempre “tu,non ti preoccupare…Lo faccio per me, TU NON PUOI CAPIRE….” e continuo ad inginocchiarmi e raccogliere…Perchè io so che “ne vale la pena” … Così, con le mie noci, io farò questo pane, ed aspetterò che cresca lentamente, guardando da dietro il vetro del forno che succeda la magia perchè so che varrà la pena schiacciare, sgusciare (resistere alla tentazione di mangiarne la metà), impastare ed aspettare,per poi avere un pane da poter mangiare con o senza coppa…
    Vale sempre la pena..
    Grazie mille Lauretta..
    Buona serata..
    Manù

    • Ma lo sai Manù che tu e il tuo modo di frequentare i blog mi ricorda molto quel primo tempo in cui si passava di ricetta in ricetta di blog in blog avendo la sensazione proprio di passare di casa in casa. In questo modo si creava una bella relazione fatta di ‘stazione in stazione’ in cui era bello girovagare e anche perdersi.
      A me tutto questo piaceva tantissimo e in effetti piace ancora, anche se delle volte ho la sensazione che il ‘bloggerismo’ di allora stia scomparendo o forse si sta trasformando in qualcos’altro di poco decifrabile al momento. IN mezzo a tanta difficoltà di inquadramento forse l’unica sensazione chiara che percepisco io e che i blog siano sempre meno ‘case riconoscibili’ in cui è possibile respirare l’aria di qualcuno e solo di quel qualcuno.
      Ecco perché mi piaci tu e il tuo modo bello di leggere tra le righe e dentro la ‘casa’ di chiunque ti piaccia 🙂

      E di tutto questo ‘ambaradam’, io trovo un senso quando ti leggo 🙂 Per cui grazie mille a te!

    • Ed ecco la mia bella ‘compaesana’ forte e gentile come si usa dire dalle nostre parti 😉 Grazie cara Milena, il tuo affetto arriva a segno ogni volta e con un estremo piacere 😀

  • Te ne scrivo uno nuovo Laurè…
    Vedi, io credo (magari mi sbaglio) che quando si inizia a scrivere lo si faccia sempre un po’ più per se che per gli altri, che la scrittura sia un qualcosa che aiuti a chiarire quel garbuglio cerebrale presente nella testa… Qualsiasi scritto sia…Può essere una ricetta di cucina, piuttosto che un racconto di una giornata, o una forte emozione che deve essere buttata fuori… come se allineando le lettere,mettendole in fila, costruendo le parole, si sgrovigliasse la matassa di pensieri e tutto apparisse un po’ più chiaro.
    Poi, la forma, anzi il mezzo, con il quale si da vita all’ “opera”, permette di avere, più o meno velocemente, altre teste che frullano e hanno voglia di “sgrovigliarsi” che si interfacciano e, ovviamente, dicono la loro aggiungendo pezzi o semplicemente mescolandoli a quelli della padrona principale…. Quindi se scrivi un libro avrai un riscontro magari più dilatato,piuttosto che se crei uno spazietto virtuale come questo.

    Io entro nelle vostre case, perchè sono curiosa e ficcanaso come una scimmia, perchè amo conoscere cosa frulla nelle vostre di testoline, sapere che aria tira sia fuori che dentro le vostra mura, che profumi si respirano, che avventure vi sono capitate… Poi,ovviamente, io ci metto il mio carico da novanta e sproloquio a randa, perchè magari ho letto una cosa che mi ha rimandata indietro a quando facevo le elementari, o a quando ero ancora più piccola ed allora, per fare in modo che quel ricordo non si perda, lo blocco qui, lì, là..ovunque mi capiti, ma soprattutto ovunque io MI TROVI A MIO AGIO, ovunque io mi SENTA A CASA.. ‘di stazione in stazione’.. come i treni a vapore….
    Siccome poi mi piace gironzolare tra diverse stanze della stessa casa,è anche molto facile che io mi perda e quindi dalla cucina, io infili le famose babbucce e scivoli lungo il corridoio, andando a ritroso di anni e anni e ritrovandomi catapultata dentro un piatto di gnocchi di castagne al pesto di noci, con tutta la sua opera in quattro quarti ben rappresentata, oppure dentro un vasetto di vetro felicemente spiaggiata su delle fettine di pera….

    Ecco, io non so veramente quale modo sia il mio, di entrare e lasciare l’impronta come i gatti con le zampette sopra i vetri della macchina,vado un po’ a sentimento e ad istinto…

    Me sa che ho fatt un po’ de confusione …(diciamo che la questione dello sgarbugliamento matassa non sempre mi riesce, anzi il più delle volte faccio peggio ).. comunque spero tu abbia capito (ho fatt una sudata 😉 ).
    Un bacione .
    Manù…

    ps: sai che mi sa che gli gnocchi di castagne li faccio per Natale????? mi ispirano un sacco….
    Vado a fare il mio passeggio anche se è un freddo boia….

    • A me il tuo ‘carico da novanta’ mi piace e mi stimola tantissimo e il fatto che le babbucce di nonna Irma ti abbiano fatta scivolare lungo il corridoio fino ai miei primi 4 anni di blog festeggiati con gnocchi di castagne mi fa piacere 😀 Quegli gnocchi ‘discendono’ da un’apologia del ‘4’ e da un mio bisogno di ‘ricapitolare’ il da farsi oltre che i post che scrivevo. La ricetta arriva da una mia ex alunna che al posto del registro mi fece trovare un libro di ricette proprio sulla cattedra … ma per questa storia mi sa, che le babbucce magiche dovranno farti scivolare più a ritroso 😀 A presto Manù!sei sempre un piacere!

  • Prova e mi dirai…
    Ebbene ora ti dico anzi ti scrivo: è sensazionale questo pane di campagna alle noci. È buono buono buono! Grazie Laura sei davvero fantastica e fascinosa nel raccontare, nello spiegare ricette e vicende.

    • Elvira eccomi qua, come potevo non correre qui vedendo il tuo primo commento sul blog!Sono felice, proprio questo pane in questi ultimi giorni ha riscosso un gran successo 😀 Sai qual è (e si che tu ora lo sai) la caratteristica di questo pane? lo splendido colore rosato che le noci rilasciano sul pane, per non parlare del piacevole sentore di bosco che io adoro!Elvira anche tu sei una bella scoperta e soprattutto una bella spinta ad andare avanti 😀 Grazie a te!

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