C’è stato un particolare momento questa estate in cui, a chi per caso o per cortesia mi chiedeva: “Come va?” Io rispondevo: “Macino farine!” Con dolcezza mio marito ha tentato di farmi prendere in considerazione la possibilità di rispondere come conviene “Semplicemente ‘bene’, va bene no?”
“Non me la fai una cotognata?”
“Non me la fai una cotognata?” Eccolo il potere di una domanda che si innesta su una negazione: chiede esattamente il suo contrario! Ormai ne sono certa: la grammatica ha sempre delle intenzioni specifiche, come le domande di mio marito. Ad esempio una cotognata. Ma io amo mio marito.
Stereotipi di settembre
Il primo post di settembre è come quello del primo dell’anno. Ci devono stare dentro i nuovi propositi, le nuove aspirazioni e i nuovi progetti, purché tutto sia reso noto con una discreta ansia di prestazione e una certa titubanza che fa sempre molto modesti e scaramantici pure.
Un’estate a pedali
Le tre domande di mia madre in successione sono sempre state così: due ordinarie e una straordinaria. Come la mattina in cui mi sono svegliata in Abruzzo: ho preso la bici e sono arrivata al mare felice di tutta la strada percorsa. Ma a un certo punto squilla il telefono. Mia Madre:
E la chiamano estate
Due anime si contendono la mia estate: una si bea di un’eccezionale casalinghitudine a oltranza, l’altra di una competizione canora tra me e Rita Pavone. Cantiamo, tutto il tempo, ‘Fortissimo’ e ovviamente anche il vicino ci sente, pur ignorando l’identità dei destinatari di questa sottil tenzone. E comunque, nel mio caso, non si tratta di […]
A giugno mi stimo e mi conservo
Pensa a questo: quando ti regalano venti chili di zucchine tutte nello stesso giorno la verità è che ti stanno portando o a un’inevitabile ‘abbuffata’ o a un’inevitabile occupazione. E data l’inevitabilità dell’intera questione, io ho optato per la seconda.
Frammenti di un discorso amoroso ai tempi di ig
Si parlava d’amore e: “…ogni tanto ho la sensazione che tra me e te ci sia qualcuno” – mi ha detto mio marito. E in effetti si, ho pensato io. C’è esattamente un mondo, tra me e te e a tua insaputa. A mia difesa dirò soltanto che la colpa è di un tutorial.
Come un agretto, acremente
La poesia di questi tempi è possibilmente post(abile) o possibilmente no. In ogni caso possibile, o impossibile, io me la posto e riposto più o meno così: per lo più personalmente.
Se qualcosa succederà, lo dirà la cupola…
Rea confessa ecco la verità: in effetti non sono certa che la farina fosse ‘di forza’ e la ‘previsione’ del palloncino glutinino che perde aria da un buchino impercettibile forse si è compiuta, proprio come in questi casi si compie. Ad ogni modo è un venerdì sera.
La mia geografia
“Attenta alla ferrovia!” – mi dice mia madre. “Ma non c’è più la ferrovia…” Le rispondo io.
A buon intenditore poche parole
C’è gente là fuori, per strada, che di tante cose non sospetta cosa stia facendo proprio io dentro casa. Prima o poi questa gente arriverà a destinazione e se suonerà al mio campanello di domenica scoprirà che il pranzo è abruzzese.
La signora dello strutto
Questo fine settimana la “signora del sapone” non ha fatto il sapone perché da Michele, il macellaio, è arrivata prima la sottoscritta: la “signora dello strutto”.
Ricordi e dintorni intorno al burro
Non sono moltissime le avventure che può ricordare un personaggio non interessato al burro, soprattutto se ci riferisce ad un onnivoro. Ma un indizio fondamentale è che quel personaggio sono io.
Melassa a parte
Forse l’errore è stato stabilire che in principio ci fossimo solo io e la melassa nello spazio finito della mia cucina, mentre l’idea era quella di sfornare soltanto dei bagels.
Ricette e vicende di Natale
Noi le chiamiamo ‘cene franzose’, al posto di ‘cene francesi’, ma la verità è che sono le cene prenatalizie: quelle sul tagliere di tartine e terrine, da mangiare rigorosamente con le mani e a gambe incrociate sul tappeto. Possibilmente tete à tete.